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Il fenomeno vale fino a 20 miliardi di dollari l'anno

Dichiarazione d'intenti impegna le nazioni contro il contrabbando illegale

13 febbraio 2014 | 14.50
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Dichiarazione d'intenti impegna le nazioni contro il contrabbando illegale

"Questa dichiarazione è un passo fondamentale per intraprendere azioni decisive e urgenti nel contrasto al commercio illegale di specie selvatiche". Così il sottosegretario al ministero dell'Ambiente, Marco Flavio Cirillo, al Summit internazionale sulla lotta al traffico illegale di specie selvatiche di Londra, commenta la Dichiarazione d'intenti che impegna le nazioni a mantenere attivo e a rinforzare il controllo sul mercato delle specie selvatiche per contenere il contrabbando e il commercio illegale. E sottolinea "l'importante ruolo che le organizzazioni non governative, le istituzioni accademiche e il settore privato possono giocare insieme con i governi per vincere questa sfida per il futuro".

Un giro d'affari che oscilla tra i 10 e i 20 miliardi di dollari l'anno: tanto vale il traffico illecito di fauna selvatica nel mondo, secondo le stime effettuate dal programma Traffic del Wwf. Un'attività, ricorda Cirillo, "sempre più legata alle organizzazioni criminali transnazionali". Questo traffico illegale è anche la principale causa di perdita di biodiversità: ogni anno, milioni di esemplari di specie rare di animali e piante vengono rimossi dal loro ambiente, e contrabbandati nei mercati. "Il ministero dell'Ambiente italiano - aggiunge Cirillo - negli ultimi anni ha adottato una serie di misure per affrontare il problema del commercio illegale di fauna selvatica attraverso l'attività del Corpo forestale dello Stato, ottenendo importanti risultati".

In applicazione della Cites (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione), nel 2012 in Italia sono stati 223 i reati accertati, 186 le persone denunciate, 6.240 gli esemplari sequestrati per un valore complessivo stimato di circa 240.000 euro; 228 gli illeciti amministrativi contestati, un importo notificato pari a 656.842,51 euro. I controlli effettuati sono stati complessivamente 67.553, di cui 1.714 sul territorio nazionale e 65.839 in ambito doganale. Numeri importanti che confermano l'impegno dell'Italia in questo ambito, e infatti "nel 2012 - ricorda Cirillo - il 75% dei sequestri di tutta l'Unione Europea è stato effettuato da tre Paesi: Germania, Italia e Regno Unito".

Le regioni italiane con il maggior numero di controlli sono Lombardia (24.321) e Toscana (16.591); in entrambi i casi il dato è legato a una significativa presenza di aziende manifatturiere e di lavorazione di prodotti di specie tutelate e al conseguente import-export negli scali doganali abilitati per i controlli dei Nuclei Operativi Cites del Corpo forestale dello Stato. Oltre a numerosi esemplari vivi di animali e piante, sono stati sequestrati diversi beni appartenenti alle categorie merceologiche oggetto dei maggiori traffici illegali a livello internazionale: avorio (23%), medicinali (39%), coralli (19%), conchiglie (14%), caviale (5%).

In aumento il commercio di medicinali fatti con derivati animali o piante protetti dalla Convenzione di Washington, come dimostrano i recenti sequestri effettuati in Europa. Si tratta di prodotti provenienti dai Paesi asiatici, in particolare dalla Cina, e di un fenomeno difficile da contrastare perché i medicinali non vengono esposti nei negozi ed è quindi necessaria una costante attività di intelligence per identificare i canali di distribuzione. Macroscopico il fenomeno del bracconaggio che riguarda il rinoceronte e del traffico illegale del suo corno, molto richiesto sul mercato del Sud-Est asiatico per la polvere di cheratina che se ne ricava e utilizzata nella medicina tradizionale contro febbre, malaria e impotenza sessuale.

Secondo l'ultimo rapporto Iucn-Traffic, almeno 1.997 rinoceronti sono stati uccisi dai bracconieri fra il 2006 e 2012 e oltre 4.000 corni di rinoceronti sono stati esportati illegalmente dall'Africa dal 2009. Il Sudafrica, che ospita l'83% dei rinoceronti africani e il 73% di tutti quelli del Pianeta, ha toccato la cifra record di 668 animali uccisi dai cacciatori illegali solo nel 2012. Il commercio fuorilegge di corno di rinoceronte è gestito da gruppi criminali ben organizzati, composti soprattutto da asiatici basati in Africa. Nel mondo sono aumentati anche i furti di corni di rinoceronti da musei e zoo.

In forte crescita anche il commercio di avorio illegale: al peso dell'avorio complessivamente sequestrato nel 2011, stimato in più di 23 tonnellate, corrisponde l'uccisione di oltre 2.500 elefanti. Se a questi dati si aggiungono quelli delle centinaia di sequestri di piccole quantità operati in tutto il mondo, il 2011 risulta senz'altro l'anno peggiore per la conservazione degli elefanti. Il traffico di esemplari vivi di tartarughe (principalmente Testudo hermanni e Testudo graeca) provenienti soprattutto da Albania e Nord Africa non accenna a diminuire, con l'Italia che si conferma un importante Paese di destinazione e transito.

Tra i Paesi di maggior interesse per quanto riguarda il traffico di serpenti vivi ci sono il Madagascar e l'Australia dove diverse specie endemiche sono di elevato interesse per i collezionisti. La Malesia e la Tailandia sono i Paesi di transito per il commercio illegale di rettili. Invece, le principali rotte del commercio illegale di rapaci partono dalla Mongolia e dall'Europa Nord-orientale verso il mercato della Penisola Arabica, dove sono molto richiesti per la falconeria. Ultimamente sono state interessate al traffico illegale anche specie provenienti dalla Sicilia (Aquila del Bonelli).

I pappagalli sono invece prelevati in natura da Australia, Nuova Zelanda, Indonesia, Africa Centrale e Occidentale e Sud America e immessi sul mercato illegale dei Paesi europei, spesso utilizzando la rete Internet. Infine, il commercio illegale di caviale si sviluppa verso l'Europa dai paesi quali Russia, Azerbaijan, Kazakhstan, Turchia, Iran, Ucraina, quasi sempre tramite spedizioni con pacchi postali o a seguito di bagaglio personale di passeggeri.

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