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Lo rileva uno studio della Csiro sull'Australia

I primi effetti dei cambiamenti climatici su ricci, aragoste e alghe

10 febbraio 2014 | 17.32
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I primi effetti dei cambiamenti climatici su ricci, aragoste e alghe

Roma, 10 feb. - (Adnkronos/Xinhua) - Ci sono ricci, alghe e aragoste tra le specie che già si trovano a dover fare i conti con i cambiamenti climatici che, modificando temperature e habitat, li costringono a spostarsi in cerca di ambienti più favorevoli, oppure a soccombere. A rilevarlo è un nuovo studio presentato dalla Commonwealth of Scientific and Industrial Research Organization (Csiro) e pubblicato sulla rivista Nature. Lo studio analizza i cambiamenti climatici e i loro probabili effetti sulla biodiversità, su piante e animali che dovranno adattarsi o spostarsi in cerca del clima ideale.

Per fare questo, il team di ricercatori ha analizzato i dati della temperatura della superficie marina e terrestre tra 1960 e 2009, ipotizzando due possibili scenari futuri per gli ambienti marini a fronte di un aumento di temperatura di 1,75 gradi Celsius: la generazione di nuovi ambienti termali e la scomparsa di alcuni ambienti esistenti. "Le mappe ci mostrano quanto velocemente e in quale direzione si stanno muovendo le temperature, e dove i 'migranti climatici' possono trovare ostacoli, come nel caso delle coste", spiega Kristen Williams, uno dei ricercatori del progetto.

"In tutta l'Australia, le specie stanno già sperimentando temperature più calde. Negli habitat terrestri, hanno iniziato a cercare sollievo spostandosi a quote più elevate o più a sud. Ma ci sono specie di animali e di piante non possono muoversi su grandi distanze, e alcune non possono muoversi affatto - aggiunge la ricercatrice - Negli oceani, il riscaldamento delle acque e un rafforzamento della corrente orientale australiana hanno mobilitato alcune specie di riccio che prima si trovava solo fino alla parte meridionale del Nuovo Galles del Sud, e che ora è arrivato a invadere la costa orientale della Tasmania. Ciò ha comportato il declino di gigantesche foreste di alghe (alga kelp) con effetti a catena sulla popolazione di aragoste".

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