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Troppi ritardi sulla bonifica di Crotone-Cassano-Cerchiara, Sin dal 2001

19 febbraio 2014 | 17.53
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Troppi ritardi sulla bonifica di Crotone-Cassano-Cerchiara, Sin dal 2001

Ammoniaca, fosforite, cloruro di potassio, pirite, additivi, quarzite, fosforo e acido fosforico, metalli pesanti (zinco, cadmio, rame e arsenico) che contaminano suolo e acque di falda nel Sito di Crotone-Cassano-Cerchiara, incluso nell'elenco dei Siti di bonifica d'interesse nazionale (Sin) dal 2001 e di cui fanno parte le tre aree industriali dismesse di proprietà Syndial (ex Pertusola, ex Fosfotec ed ex Agricoltura), la discarica Tufolo-Farina, la fascia costiera prospicente la zona industriale e l'area archeologica sulla statale 106 Jonica.

A rilevarlo è la Relazione sulle bonifiche dei siti contaminati in Italia approvata nel dicembre 2012 dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti che individua le principali aree private con le rispettive criticità: ex Agricoltura che ospitava impianti chimici, ex Fosfotec Srl e il polo metallurgico ex Pertusola, primo impianto nazionale nella metallurgia dello zinco. In più, nei comuni di Cassano allo Jonio e di Cerchiara Calabra la contaminazione deriva dalla presenza di siti di smaltimento abusivo di rifiuti industriali.

Dalla Relazione emerge che dal 2001 al 2008 nel Sin di Crotone nulla è stato fatto per limitare, contenere e ripristinare le aree inquinate. In seguito, si sono succeduti ben 9 commissari durante i quali sono state condotte sostanzialmente solo alcune attività di caratterizzazione. Dal 2008 il progetto di bonifica è stato preso in carico dal ministero dell'Ambiente, mentre le aree inquinate e la loro bonifica sono state affidate alla Syndial.

Volendo riassumere lo stato di avanzamento della bonifica, secondo i dati aggiornati a marzo 2013 dal ministero dell'Ambiente, la caratterizzazione dei sedimenti riguarda solo il 42% delle aree e i progetti di bonifica approvati coprono appena il 31,7% della superficie. Nel febbraio 2011 viene sottoscritto, presso il ministero dell'Ambiente, un accordo di Programma quadro da 20 milioni di euro (10 milioni stanziati dal ministero e 10 dalla Regione Calabria).

Obiettivo, "dare attuazione a interventi concreti di bonifica dei suoli inquinati all'interno del Sin, ovvero nelle aree interessate dalla presenza del conglomerato idraulico catalizzato (Cic) nell'area archeologica nel comune di Crotone nonché nell'area della discarica Tufolo-Farina" e di gettare le basi per garantire le condizioni di sviluppo dell'area compatibili con le vocazioni del territorio e con le risorse naturali presenti".

Ma il problema che riguarda il sito sono i ritardi - rileva Legambiente nel dossier "Bonifiche dei siti inquinati: chimera o realtà?" - con responsabilità palesi di tutti gli attori coinvolti. In particolare, manca una concreta programmazione per la destinazione dell'area, indispensabile ai fini della bonifica.

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