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Alimenti a km zero in bici, 'Zolle' per oltre 1.300 famiglie romane a settimana

08 luglio 2014 | 13.42
LETTURA: 4 minuti

Ottanta le aziende coinvolte nel progetto, un modello che arriva dal Giappone

Alimenti a km zero in bici, 'Zolle' per oltre 1.300 famiglie romane a settimana

Quando inziarono a consegnare a domicilio i prodotti a km zero, biologici e di qualità, utilizzando le biciclette, le persone li guardavano un po' come marziani. Erano appena in due a cercare di spiegare il progetto, non senza difficoltà, e riuscirono a coinvolgere una trentina di famiglie, compresi parenti e amici. Oggi, a sei anni di distanza, Zolle porta ogni settimana, direttamente a 1.350 famiglie romane, frutta e verdura di stagione (ma non solo) grazie a una rete di 80 produttori, per il 90% laziali, 23 dipendenti e una delle più grandi reti di cargo-bike in Europa.

E l'idea iniziale di Simona Limentani e Ghila Debenedetti non è più così difficile da spiegare.E non è più raro incontrare, per le vie della Capitale, ciclisti alla guida delle bici da carico che pedalano per consegnare le 'Zolle', cassette di cartone di varie taglie che contengono frutta e verdura appena colte, uova, formaggi e anche carne su richiesta. Con una formula originale: non sono i clienti a scegliere il contenuto delle cassette (al massimo possono scegliere tra grandi, piccole, 'single' e 'vegetariana') "ma siamo noi a proporre di volta in volta ciò che i produttori offrono di meglio al momento", spiega all'Adnkronos Simona Limentani, una delle due socie che hanno dato vita a Zolle.

Così si rispetta la stagionalità, si valorizza il lavoro delle aziende agricole che forniscono i prodotti e si assicura loro una certa sicurezza sulle vendite grazie al rapporto continuativo. Modalità di consegna: un mix di furgone refrigerato e bici. Il primo porta i prodotti (raccolti la mattina stessa della consegna) in una zona della città da dove partono le biciclette che, evitando di aggiungere inquinamento, traffico e doppie file, effettuano le consegne in tutta la città.

"La maggior parte produttori è laziale - aggiunge - ma facciamo alcune eccezioni, ad esempio con la frutta (poca quella biologica in regione), o con il gorgonzola piemontese. Ma il km zero resta la base del nostro lavoro basato sulla freschezza". Per quanto riguarda i prezzi?

"Non abbiamo mai puntato a ottenere il prezzo più basso possibile, il criterio che applichiamo alle aziende è quello del prodotto buono, ben coltivato e realizzato in una azienda gestita bene. Con alcune aziende lavoriamo di più e questo ci permette di avere un prezzo migliore. Diciamo che il prezzo delle Zolle, che tiene conto anche del servizio, è sicuramente più alto di quello di un discount ma competitivo rispetto a un piccolo supermercato di città, soprattutto quando si parla di bioogico".

Particolare attenzione rivolta al packaging, ridotto al minimo per tagliare la quantità di rifiuti prodotta: alle famiglie la Zolla arriva in una scatola di cartone che poi i clienti devono riconsegnare e che viene riutilizzata più volte, ma nell'intero sistema mancano gli imballaggi intermedi: "dai campi al produttore per arrivare a noi si usano sempre le stesse cassette, consegnate e restituite", sottolinea Simona Limentani.

Ma come nasce Zolle? "Nasce nel 2008 - spiega Simona - io lavoravo in una cooperativa agricola piemontese che aveva adottato un sistema simile a questo, ma avevo voglia di tornare a Roma così ho chiesto a Ghila di unirsi a me in questa avventura e riproporre nella Capitale un sistema che permettesse alle aziende agricole locali di vendere direttamente alle famiglie i propri prodotti. Ma il modello viene da lontano, è un sistema adottato dagli agricoltori giapponesi dagli anni '80".

Roma si è dimostrata una città particolarmente adatta a questa sperimentazione, "sia per la grande densità sia perché attorno alla città c'è una popolazione agricola ampia e varia, è una delle province agricole più grandi d'Europa, e il clima rende possibile una produzione abbondante in tutte le stagioni".

"La maggior parte produttori è laziale - aggiunge - ma facciamo alcune eccezioni, ad esempio con la frutta (poca quella biologica in regione), o con il gorgonzola piemontese. Ma il km zero resta la base del nostro lavoro basato sulla freschezza". Per quanto riguarda i prezzi?

"Non abbiamo mai puntato a ottenere il prezzo più basso possibile, il criterio che applichiamo alle aziende è quello del prodotto buono, ben coltivato e realizzato in una azienda gestita bene. Con alcune aziende lavoriamo di più e questo ci permette di avere un prezzo migliore. Diciamo che il prezzo delle Zolle, che tiene conto anche del servizio, è sicuramente più alto di quello di un discount ma competitivo rispetto a un piccolo supermercato di città, soprattutto quando si parla di bioogico".

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