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Il cuore di Zeus batte in Calabria, un tesoro geologico poco noto

03 settembre 2014 | 17.31
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E' la Grotta della Lamia: si potrà visitare durante Settimana del Pianeta Terra, dal 12 al 19 ottobre

Il cuore di Zeus batte in Calabria, un tesoro geologico poco noto

Il cuore di Zeus batte in una grotta, qui in Italia, per l'esattezza in Calabria. Un luogo avvolto nella leggenda e nel mito, ma anche considerato dai geologi, oggi, la più grande ed estesa emergenza ipogea naturale nota nella provincia di Reggio Calabria. Eppure è un tesoro di cui in pochi conoscono l'esistenza e che conta rarissimi visitatori, anche se questo ha contribuito a mantenere praticamente inalterato il suo stato naturale.

E' la Grotta della Lamia, un vero museo naturale nel ventre dell'Italia con stalattiti e stalagmiti scolpite nel tempo e volte impreziosite da conchiglie.

"A conoscerla sono in pochi, qualche visita durante il periodo estivo ma i turisti si contano sulle dita di una mano. Un bene non particolarmente valorizzato ma facilmente raggiungibile e considerato tra le emergenze più interessanti della provincia", spiega all'Adnkronos Serena Palermiti, vice presidente del Centro Studi per le Politiche Comunitarie e Territoriali di Reggio Calabria.

Il 12 ottobre, in occasione della Settimana del Pianeta Terra (12-19 ottobre), Palermiti sarà la guida per chi volesse scoprire questo luogo in cui si intrecciano geologia e mito e in cui l'aspetto scientifico incontra le leggende del Mediterraneo.

Questo l'aspetto scientifico della grotta. Collocata nella cosiddetta ''Area Grecanica'', nel comune di Montebello Ionico, alle pendici meridionali del Massiccio cristallino-metamorfico dell'Aspromonte, la Grotta della Lamia presenta rocce sedimentarie che si sono formate in un ambiente marino, quando il Massiccio aspromontano non era ancora emerso, se non per un lembo ridotto.

Successivamente al sollevamento tettonico dell'Aspromonte è iniziata la lenta ma costante azione erosiva da parte dell'acqua delle tenere rocce calcarenitiche e arenacee che affioravano in quest'area.

La Grotta della Lamia ha iniziato, quindi, a prendere forma; l'acqua proseguiva la propria azione erosiva facendosi spazio tra la roccia più consistente e cementata, generando fantasiosi meandri lungo il cammino.

L'effetto, osservabile oggi, è di un alternarsi e susseguirsi di meandri, anfratti, colonne, pilastri e grandi stalattiti rese candide dal carbonato di calcio. Sulle volte e sulle pareti si osservano raggruppamenti di conchiglie fossili, resti di quegli organismi marini, abitanti nell'antico mare d'Aspromonte, qui presenti in esemplari eccezionalmente grandi e ben conservati, prevalentemente del genere Pecten.

L'ingresso della cavità è, nelle antiche storie di Montebello e di Fossato ionico, la bocca di un mostro che era in grado di inghiottire intere greggi.

Alcuni raccontano di cunicoli che arriverebbero addirittura all'abitato di Motta San Giovanni; altri affermano, invece, che le grotte si estendono in profondità fino a raggiungere il greto del fiume. Per partecipare alla visita guidata del 12 ottobre, è necessario prenotarsi (anche se l'ingresso alla grotta è sempre libero e aperto, c'è una parte che tutti possono visitare e un'altra per la quale è necessaria attrezzatura speleologica). Per farlo basta contattare i riferimenti attraverso il sito della Settimana del Pianeta terra (http://www.settimanaterra.org/).

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