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Energia: da 13 centrali a carbone italiane un terzo emissioni sistema elettrico

11 dicembre 2014 | 17.36
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Impianti da attenzionare da Genova a Brindisi, soprattutto se inseriti nel contesto urbano e vecchi. E servono autorizzazioni più stringenti. L'autorizzazione integrata ambientale, ad avviso di Massimiliano Varriale del Wwf, "dovrebbe essere propedeutica all'attività delle centrali"

Energia: da 13 centrali a carbone italiane un terzo emissioni sistema elettrico

Il caso di Tirreno Power a Vado Ligure accende i riflettori sulla sicurezza, ambientale e sanitaria, delle centrali a carbone in Italia. E a preoccupare non è solo quell'impianto: “quello di Genova, un impianto obsoleto e proprio dentro la città, quelli di La Spezia e di Brindisi dovrebbero essere attenzionati”, spiega all'Adnkronos Massimiliano Varriale, curatore del rapporto “Carbone: un ritorno al passato inutile e pericoloso” del Wwf.

Attualmente in Italia sono in funzione 13 centrali a carbone (alcune momentaneamente ferme, ma sostanzialmente operative), diverse tra loro per potenza installata e tecnologia impiegata, che nel 2013 sono state responsabili di oltre un terzo di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale, a fronte di un modesto contributo (tra il 12,9 e il 13,7%) al fabbisogno elettrico complessivo.

“La maggior parte degli impianti in Italia viaggia su concezioni di emissione che non sono particolarmente accorte dal punto di vista sanitario e ambientale– aggiunge Varriale - ma questo non significa necessariamente che siano fuorilegge.

"Il punto è che bisognerebbe essere più stringenti quanto si rilascia l'autorizzazione integrata ambientale - continua Varriale - e, in situazioni dove esiste un potenziale allarme sanitario o ambientale, tenersi sui limiti più bassi possibile”.

Il livello di attenzione “dovrebbe essere alzato soprattutto sugli impianti più vecchi e su quelli che insistono nelle aree urbane, adottando le migliori tecniche disponibili e anche avendo il coraggio di dire che certi impianti non sono compatibili. Senza contare poi - conclude Varriale – che a volte le autorizzazioni arrivano con anni di ritardo e nel frattempo l'impianto continua la sua attività. Le autorizzazioni invece dovrebbero essere propedeutiche allla sua entrata in esercizio. Questa è un'anomalia italiana”.

Tra tutte le fonti fossili, rileva il rapporto “Carbone: un ritorno al passato inutile e pericoloso”, il carbone rappresenta la principale fonte di emissioni di gas serra: nel 2012, quasi il 44% della Co2, corrispondente a oltre 13,9 miliardi di tonnellate, è stata originata proprio dalla combustione del carbone. A parità di energia primaria disponibile, le emissioni di Co2 provenienti dalla combustione del carbone arrivano a essere del 30% superiori a quelle del petrolio e del 70% superiori a quelle del gas naturale.

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