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Sostenibilità: da Porto Marghera a Gela, è tempo di rinnovabili/ Focus

16 dicembre 2014 | 13.08
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Eni ha avviato processi di trasformazione che prevedono l’utilizzo di tecnologie verdi. In Italia il primo caso è quello di Matrìca a Porto Torres, società nata nel 2011 dalla joint venture paritetica tra Novamont e Versalis (Eni)

Impianto di chimica verde di Matrìca a Porto Torres
Impianto di chimica verde di Matrìca a Porto Torres

Da Porto Marghera a Gela: per le raffinerie e parte della chimica è tempo di riconversione in chiave green. Lo sa bene Eni, che prima con Porto Torres e poi con Gela e Porto Marghera ha avviato processi di trasformazione che prevedono l’utilizzo di tecnologie verdi. In Italia il primo caso di riconversione di un sito petrolchimico in perdita strutturale in un complesso di chimica cosiddetta verde è quello di Matrìca a Porto Torres, società nata nel 2011 dalla joint venture paritetica tra Novamont e Versalis (Eni).

Partendo dall’utilizzo di materie prime rinnovabili locali, Matrìca produce una gamma di prodotti chimici (biochemicals, biointermedi, basi per biolubrificanti e bioadditivi per gomme) attraverso una tecnologia proprietaria a basso impatto, innovativa e tutta italiana, di trasformazione degli oli vegetali. Le applicazioni dei prodotti Matrìca sono molteplici, dalla cosmesi alla farmaceutica, alla cura della casa, al settore della lubrificazione e ai fitoprodotti.

L’operazione di riconversione dello stabilimento, iniziata nel 2012, interessa un’area di circa 27 ettari. I tre primi impianti sono entrati in funzione quest’anno. In particolare, a giugno 2014, è stato inaugurato il primo impianto di trasformazione di oli vegetali in monomeri e intermedi, che ha anticipato di qualche mese l’entrata in marcia di due impianti di esterificazione. I tre impianti, realizzati con un investimento di circa 180 milioni di euro, produrranno bioprodotti per una capacità complessiva di circa 70 mila tonnellate all’anno.

Puntano sul green anche la raffineria di Gela e il petrolchimico di Porto Marghera con l'obiettivo di garantirne un futuro economicamente sostenibile. Dal 2009, infatti, le perdite cumulate da Eni nella raffinazione ammontano a 6 mld euro, di cui circa un terzo sono derivate dalla sola raffineria di Gela. In particolare la Green Refinery di Gela avrà una capacità di lavorazione di olio vegetale per circa 750 kton/anno.

La conversione utilizzerà la tecnologia proprietaria ecofining, sviluppata e brevettata congiuntamente da Eni e dalla società americana Uop, che consentirà la produzione di green diesel, biocarburante a elevata sostenibilità ambientale, e sarà in grado di processare anche materie prime di seconda generazione. All’attività della Green Refinery sarà associato un moderno polo logistico per la spedizione dei greggi di produzione locale e dei carburanti green prodotti nel sito.

Nel mese di giugno, invece, ha preso ufficialmente avvio il progetto per la trasformazione tecnologica di Porto Marghera. La bioraffineria di Venezia è ormai operativa, con una capacità di circa 300 kt/a di green diesel. La produzione soddisferà metà del fabbisogno annuo di green diesel di Eni, garantendo così una nuova prospettiva di vita al sito industriale con vantaggi economici e ambientali.

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