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Territorio: Cnr, nel 2014 decine di vittime per frane e inondazioni

12 gennaio 2015 | 14.26
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Pubblicato il Rapporto dell'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpi-Cnr) di Perugia: Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana le regioni più colpite. Tra il 1964 e il 2013 si registra una media di 40 persone decedute ogni anno

(Infophoto)
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Decine di vittime e oltre 10.000 sfollati per frane e inondazioni nel 2014. Colpite 19 delle 20 regioni italiane, soprattutto Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana. Genova e Refrontolo, in Veneto, i comuni con più morti e feriti. Sono i dati del 'Rapporto periodico sul rischio posto alla popolazione italiana da frane e inondazioni' per l'anno appena trascorso pubblicato sul sito Polaris e curato dall'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpi-Cnr) di Perugia.

"Fra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2014 si sono avuti, a causa di frane e inondazioni, 33 morti e 46 feriti e oltre 10.000 persone hanno dovuto abbandonare temporaneamente le loro abitazioni. Gli eventi che hanno causato morti, feriti, sfollati e senzatetto hanno colpito 220 comuni in 19 delle 20 regioni italiane", spiega Paola Salvati dell'Irpi-Cnr. "Le regioni più colpite sono state quelle del Nordovest e in parte del Centro - prosegue Salvati - La Liguria risulta la prima: gli eventi meteorici di gennaio, ottobre e novembre, hanno provocato cinque vittime in 34 comuni e 71 località. Seguono il Piemonte, con 48 località colpite e due persone decedute, la Lombardia, con 42 località e sei vittime, l'Emilia-Romagna, con 28 località interessate e un morto, e la Toscana, con 35 località colpite e 5 morti. Il comune più colpito è stato Genova, con oltre 20 località che contano vittime e sfollati, ma il comune con il più alto numero di vittime nel 2014 è stato Refrontolo, in Veneto, con la piena del torrente Lierza a Molinetto della Croda che ha provocato quattro morti e 20 feriti".

Tra il 1964 e il 2013 una media di 40 persone decedute ogni anno

Per quanto riguarda il confronto cronologico, "i mesi di ottobre e novembre sono stati i peggiori: il secondo, tra Liguria, Piemonte e Lombardia, ha fatto registrare un pesante bilancio di nove morti, due feriti e oltre 3.000 sfollati", prosegue Salvati.

Il rapporto traccia anche un bilancio degli ultimi cinquant'anni. "Tra il 1964 e il 2013 sono state 1.989 le persone morte a causa di frane (1.291) e delle inondazioni (698), una media di circa 40 l'anno, 72 i dispersi e 2.561 i feriti. Nello stesso mezzo secolo sono stati interessati con vittime e sfollati 2.031 comuni, ovvero il 25% dei comuni italiani", prosegue la ricercatrice. Negli ultimi cinque anni, cioè tra il 2009 ed il 2013, "gli eventi geo-idrologici hanno causato 162 morti, una media di 32 l'anno, sette dispersi, 331 feriti e oltre 45.000 sfollati e senzatetto". Più ancora nel dettaglio, "il 2009 conta 50 persone decedute, 6 dispersi e 171 feriti, in particolare per le frane superficiali, colate di detrito e inondazioni che si verificarono nel messinese (31 morti, 6 dispersi e 122 feriti)", evidenzia Salvati. "Il 2011 presenta un bilancio di 43 morti e 30 feriti, molti dei quali registrati durante l'evento che nelle aree dello Spezzino e della Lunigiana provocò 13 morti, due feriti e almeno 900 sfollati, seguito pochi giorni dopo, il 4 novembre, dall'esondazione dei torrenti Bisagno e Fereggiano e dalla piena dei torrenti Sturla, Scrivia ed Entella che causarono gravissimi danni e sei vittime a Genova. Nel 2010 si sono contati 27 morti e 55 feriti, nel 2012 15 morti e 23 feriti e nel 2013 27 morti, 1 disperso e 52 feriti".

"I dati raccolti nel 2014 - osserva il direttore dell'Irpi-Cnr, Fausto Guzzetti - confermano purtroppo quanto siano diffuse le condizioni di rischio per la popolazione e contribuiscono a comprendere come esse aumentino o diminuiscano in funzione dei cambiamenti climatici ma anche di quelli ambientali e sociali".

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