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Agricoltura: mucche a spreco zero e campi nel deserto, sono storie biodinamiche

22 febbraio 2015 | 16.29
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Molte realtà nel settore dell'agricoltura biodinamica si aggregano, creano consorzi o cooperative realizzando filiere parallele a quelle convenzionali e progetti sociali ed educativi

(Infophoto)
(Infophoto)

Dalle mucche a 'spreco zero' al campo nel deserto. Dall'istruzione al sostegno ai giovani in difficoltà. Sono alcune delle storie del biodinamico in Italia: realtà del settore che si aggregano, creano consorzi o cooperative realizzando filiere parallele a quelle convenzionali e progetti sociali ed educativi.

Il Consorzio Natura e Alimenta, ad esempio, nasce dall'idea di uscire dal mercato convenzionale del latte creando una filiera 'spreco zero' del latte biodinamico. Un circolo virtuoso che raccoglie latte da 16 aziende del territorio piemontese, immettendolo sul mercato del Nord e Centro Italia, aumentando così il numero degli acquirenti. Grazie alla collaborazione con Ecor-NaturaSì, l'invenduto della giornata viene trasformato in latte Uht per i negozi della catena italiana, azzerando lo spreco produttivo e fornendo al consumatore, anche per il latte a lunga conservazione, un prodotto di alta qualità, costo contenuto e certificato biodinamico e biologico.

Dal Piemonte all'Egitto. Nel 1977 l'egiziano Ibrahim Abouleish crea il primo nucleo di Sekem, un'oasi nel deserto nella quale persone di diverse culture possono lavorare, vivere e condividere il suo progetto di sviluppo olistico. Sono passati 38 anni, dei quali 27 di fase preparatoria del terreno, e quel miraggio è diventato realtà, trasformandosi in una comunità. Più di 2mila persone occupate, quasi 5mila ettari, sei imprese specializzate nell'orticoltura, produzione di cotone, agricoltura, trasformazione di prodotti alimentari, industria tessile e produzione farmaceutica omeopatica. Tutto questo, grazie alla biodinamica, pratica agricola in grado di trasformare, attraverso l'utilizzo di compost, il suolo desertico in un ambiente adatto alle più diverse varietà di ortaggi, coltivazioni, produzioni agricole e allevamenti di bestiame.

Dall'agricoltura alla socio-pedagogia. La famiglia Rossi Cairo propone al territorio di Novi Ligure e della provincia di Alessandria, oltre ai propri prodotti agricoli biodinamici, una scuola non convenzionale ispirata al pensiero di Rudolf Steiner, padre fondatore dell'antroposofia e dei fondamenti dell'agricoltura biodinamica.

Secondo Steiner, ogni tappa dello sviluppo umano è contraddistinta da particolari propensioni: dai 3 ai 7 anni sono la motricità, la forza fisica e mentale e lo sviluppo dell'autonomia nel movimento a caratterizzare la crescita di un bambino. Così come dai 9 ai 10 anni si sviluppa velocemente l'apprendimento di nuovi linguaggi. Il programma didattico della scuola steineriana segue questi step fondamentali. La matematica è insegnata anche attraverso il lavoro a maglia, l'arte, la corsa, le attività all'aperto. Così i cinque sensi diventano laboratorio di esperienze del mondo.

Un connubio originale: agricoltura e archeologia. Nel 2011 nasce un consorzio di aziende casertane, per partecipare al bando nazionale per la gestione dei beni storici minori, in particolare dell'Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere. Il sito storico, preso in gestione dal gruppo di imprese con capofila Amico Bio (catena di ristoranti veg-biodinamici), ha moltiplicato le visite: da 9mila a 54mila annuali, valorizzando le risorse del territorio e i prodotti biodinamici dell'azienda agricola di Capua La Colombaia.

Biodinamica fa rima anche con ricerca e occupazione. L'azienda molisana agricola Di Vaira nel 2007 viene affidata al gruppo Ecor-NaturaSì che la riconverte alla biodinamica. Nel giro di sette anni l'impresa ha raggiunto un utile di 3 milioni di euro. Di questi, più di un terzo reinvestiti nelle risorse umane. Insieme alle produzioni agro-zootecniche (ortaggi, foraggio, viti e olive) alla fattoria Di Vaira si fa ricerca: si sperimentano, tra le altre, varietà pure di finocchi e broccoli e una parte dei terreni agricoli è dedicata alla coltivazione di piante per la raccolta di sementi pure.

L'amore per la terra può essere anche lo strumento per il recupero terapeutico di giovani in difficoltà. La cooperativa La Collina non è soltanto un'azienda agricola biodinamica ma da 40 anni è uno dei punti di riferimento emiliano-romagnoli per il sostegno a ragazzi con problemi di dipendenza patologica. Così mentre cura i giovani del territorio, la cooperativa si occupa anche della riqualificazione del suolo reggiano: un progetto sociale a tutto tondo.

Ancora una storia di successo, nell'aretino. L'azienda biodinamica più estesa d'Europa, La Vialla, è l'unica che può contare 150 dipendenti nei periodi di 'bassa stagione' e fino a 250 nei mesi di raccolta e trebbiatura del grano, spremitura delle olive, vendemmia e vendite di prodotti trasformati per il Natale.

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