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Energia: Enel incontra Greenpeace per un sistema più green

17 marzo 2015 | 12.50
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L'azienda ha già ridotto le emissioni specifiche di Co2 di oltre il 36% rispetto al 1990 e ritiene fattibile il conseguimento della propria 'carbon neutrality' anche prima del termine del 2050

Da sinistra: il direttore esecutivo di Greenpeace, International Kumi Naidoo e l’amministratore delegato Enel, Francesco Starace
Da sinistra: il direttore esecutivo di Greenpeace, International Kumi Naidoo e l’amministratore delegato Enel, Francesco Starace

Un futuro fatto di fonti di rinnovabili, efficienza energetica, smart grids e sistemi di accumulo e di una progressiva riduzione degli investimenti nella filiera del carbone. Con la nomina del nuovo vertice aziendale, è questa la strategia industriale di Enel che oggi a Roma in una delegazione guidata dall’amministratore delegato Francesco Starace ha incontrato Greenpeace la cui delegazione era guidata dal direttore esecutivo di Greenpeace International Kumi Naidoo e da Andrea Purgatori presidente di Greenpeace Italia.

Per quanto tuttora permangano differenze di valutazione sulla definitiva uscita del Gruppo dal carbone in Italia e su alcune delle metodologie per perseguire obiettivi più ambiziosi in sede europea, la visione di medio-lungo termine di un sistema energetico per larga parte basato su generazione da fonti rinnovabili e sull’efficienza energetica, è oggi un elemento condiviso.

Enel intende condividere con Greenpeace il percorso già avviato dai nuovi vertici dell’azienda e, raccogliendo l’invito della stessa associazione, porsi come progressive company del settore energetico internazionale. I nuovi imperativi strategici di Enel sono in linea con gli obiettivi che Greenpeace ha espresso nelle campagne specificamente rivolte verso il Gruppo, una delle sette maggiori aziende elettriche al mondo.

Enel condivide, infatti, le preoccupazioni sul clima globale espresse da gran parte della comunità scientifica internazionale e l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2°C. Per questa ragione, anche in vista della Conferenza di Parigi sul Clima, Enel è pronta ad affrontare questa sfida e a porsi alla guida del settore per il raggiungimento di tale obiettivo.

L’azienda ritiene fattibile il conseguimento della propria 'carbon neutrality' anche prima del termine del 2050, aumentando in particolare i suoi già significativi investimenti nello sviluppo delle rinnovabili e nella promozione dell’efficienza energetica. Il Gruppo Enel ha già ridotto le emissioni specifiche di Co2 di oltre il 36% rispetto al 1990. Nel periodo 2007 – 2013 la riduzione è stata del 15%, raggiungendo così in largo anticipo l’obiettivo che era stato prefissato per il 2020 di 395 g/KWh.

La convergenza di vedute tra Enel e Greenpeace su questi ed altri temi costituisce un importante punto di partenza per verificare le rispettive proposte metodologiche e la maniera in cui politiche di sostenibilità e una più consapevole gestione ambientale possano essere realizzate. Enel e Greenpeace intendono lavorare in maniera costruttiva e collaborativa su aree comuni per lo sviluppo di interessi economici, sociali e ambientali in un’ottica di sostenibilità avanzata e globale.

Un incontro che rappresenta, per la fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, un segnale positivo verso la Conferenza sul clima di Parigi: il fatto che Enel "introduca come elemento portate della propria strategia l’obiettivo di arrestare il riscaldamento globale e punti a diventare carbon neutral entro il 2050 - dichiara il presidente della fondazione, Edo Ronchi - è la dimostrazione che modelli di business green non riguardano più una nicchia ma diventano sempre più pervasivi anche nelle scelte delle grandi multinazionali”.

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