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Territorio: stop cemento su fiumi e torrenti, le linee guida contro dissesto

14 maggio 2015 | 17.18
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Oggi riunione di #italiasicura a Palazzo Chigi. D'Angelis: "Urgente aggiornare la vecchia idraulica".

(foto Infophoto)
(foto Infophoto)

Stop al cemento su fiumi e torrenti e avanti con la prevenzione. Dopo trent'anni arrivano così le nuove linee guida essenziali per le 7.153 opere previste dal piano nazionale di prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico. Nelle linee guida sono dunque vietati gli interventi di cementificazione e restringimento delle sponde fluviali o la copertura di fiumi e torrenti che hanno enormemente aumentato alluvioni e allagamenti. E' quanto riferisce l'unità di missione #italiasicura contro il dissesto idrogeologico, che oggi ha tenuto una riunione operativa a Palazzo Chigi. Tra le linee guida per il contrasto al dissesto, "in coerenza con prescrizioni che saranno emanate da tutte le autorità di bacino, saranno possibili diversi interventi, sia strutturali come casse di espansione o vasche di laminazione delle piene e canali scolmatori, sia nuove opere previste come obbligo dallo Sblocca Italia dei 'contratti di fiume' per riqualificare e rinaturalizzare tratti fluviali". "E' un lavoro urgente e necessario di aggiornamento della vecchia idraulica che raddrizzava e tombava corsi d'acqua innescando, come abbiamo visto da Genova a Messina, vere e proprie bombe ad orologeria" ha detto Erasmo D'Angelis, capo struttura di #italiasicura.

"Le nuove linee guida -ha spiegato- saranno adottate per ogni intervento sulle aste fluviali, e stiamo spingendo tutte le Regioni ad apporre prima possibile vincoli e salvaguardie per l'inedificabilità assoluta nelle aree più fragili". D'Angelis ha ricordato che "il Governo, per la prima volta, cambia pagina e sta investendo nel ciclo finanziario 2015-2020 circa 7 miliardi e trasformando in cantiere gli oltre 2 miliardi recuperati dai fondi non spesi negli ultimi 15 anni contro frane, alluvioni ed erosione costiera". Il lavoro di aggiornamento è coordinato dal direttore della struttura Mauro Grassi e da Gianvito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei Geologi. Alla riunione hanno partecipato i vertici di ministeri, enti di ricerca e strutture titolari o impegnati nel lavoro contro il dissesto idrogeologico: dai Ministeri dell'Ambiente e Infrastrutture con il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici alla Protezione Civile, da Ispra all'Associazione Consorzi di Bonifica, dal Centro italiano per riqualificazione fluviale al Consiglio nazionale delle ricerche.

"E' importante il contributo di tutti - ha spiegato il geologo e presidente del Cng, Gianvito Graziano - abbiamo bisogno di un quadro chiaro per le nuove progettazioni, con una forma più snella per un'applicazione più facile e con grande attenzione ai territori, alle nuove tecnologie, ai monitoraggi e alla valutazione del rischio, al piano delle manutenzioni, al quadro giuridico". Il lavoro proseguirà nei prossimi giorni. Le nuove linee guida saranno applicate per il 90% delle 7.153 opere contro frane e alluvioni nelle regioni italiane, che risultano ancora da progettare. Per colmare "questo clamoroso ritardo", tra i primi 700 milioni già stanziati dal Cipe per il piano città metropolitane, ha riferito infine l'unità di missione, "è stato attivato un fondo di rotazione progettazioni per 100 milioni di euro".

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