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Turismo: in Italia 3mila siti minerari dismessi, occasione da sfruttare

02 ottobre 2015 | 15.27
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Turismo: in Italia 3mila siti minerari dismessi, occasione da sfruttare

Una miniera dismessa? Potrebbe diventare un museo. E in Italia le opportunità non mancano per sviluppare un turismo geologico e culturale: sono circa 2.990 i siti minerari dismessi su tutto il territorio nazionale censiti dall’Ispra dal 1870 al 2006. Solo in Sicilia, ne sono stati censiti 765; circa 663 siti sono di coltivazione dello zolfo, seguono quelli di salgemma (52), asfalto e/o scisti bituminosi (30) e sali alcalini misti (18).

Agrigento è la città che detiene il maggior numero di siti: 298, di cui 265 interessati dalla coltivazione dello zolfo, seguono Enna (172 di zolfo su 182) e Caltanissetta (163 di zolfo su 173). Un patrimonio non solo naturale, ma anche di valore storico, archeologico e industriale, che necessita di una normativa che ne regolamenti la gestione.

Creare un sistema di rete nazionale di parchi e musei minerari che interagisca per seguire e condividere lo sviluppo tecnologico, storico, culturale, scientifico di questi siti da riqualificare, è la proposta dell'Ispra.

A cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio, sono stati istituti in Italia ben 6 Parchi minerari; l’Italia, infatti, è il Paese con la storia mineraria più a lungo documentata al mondo e conserva un vasto e originale patrimonio geominerario, unico al mondo. I resti e le testimonianze di 28 secoli di attività estrattiva costituiscono un patrimonio di dati scientifici.

Dall’Età del Ferro al XX secolo, il nostro Paese è stato al centro dello sviluppo culturale e sociale per motivazioni fortemente legate alla sua ricchezza di risorse minerarie metalliche e non. Con la fine del secolo scorso si è praticamente conclusa l’epoca dello sfruttamento dei giacimenti minerari lasciando sul territorio un’ampia e diffusa articolazione di testimonianze legate alle attività minerarie che rappresentano un patrimonio di archeologia industriale e di paesaggio unici.

In molte aree del Paese, tale patrimonio è stato perduto, smantellato o lasciato in stato di abbandono, mentre in altre è stato avviato un processo di conservazione, tutela e valorizzazione attraverso la nascita di esperienze di parco e museo geominerario, che hanno permesso di mantenere viva l’identità dei luoghi minerari e del loro passato dove lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo ha rappresentato lo sviluppo sociale ed economico di molte comunità.

Proprio sulla valorizzazione e sul recupero a fini culturali dei siti minerari dismessi, riconvertiti come musei e parchi in seguito alla cessazione dell'attività produttiva, si confrontano i diversi rappresentanti ed esperti presenti al workshop di oggi a Milano presso l’Expo, organizzato dall’Ispra e dalla Regione Lombardia, con il patrocinio dell’Associazione italiana per la protezione del patrimonio archeologico industriale (Aipai).

I dati relativi al censimento dei musei ed ecomusei minerari in Italia, sono inseriti nel più ampio progetto, in continuo aggiornamento, “Repertorio Italiano di Scienze della Terra".

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