In risposta alle denunce di Greenpeace sul taglio illegale di circa 1.300 ettari di foreste del Sichuan, habitat del panda e Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, l’Ufficio delle Foreste del Sichuan ha aperto 15 indagini giudiziarie e 8 procedimenti amministrativi nei confronti di 22 funzionari pubblici, assicurando che proteggerà le foreste.
“Grazie alle nostre indagini, abbiamo ottenuto la protezione di foreste che sono vitali per il panda. È un segnale positivo che dovrebbe costituire un primo passo per una riforma a base nazionale: un terzo delle foreste cinesi è infatti a rischio a causa di una falla nel sistema normativo”, afferma Yi Lan, campagna foreste di Greenpeace Asia orientale.
Esiste una scappatoia nel “Regolamento tecnico per la ricostruzione delle foreste a basso rendimento” che autorizza a sostituire la foresta con piantagioni più redditizie in nome di una presunta “rigenerazione forestale”. Anche le provincie dello Yunnan e dello Zhejiang sono interessate da queste pratiche. Greenpeace chiede al governo cinese di sanare al più presto questa falla in modo da rispettare gli obiettivi nazionali di protezione delle foreste.