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Ambiente: operazione Icefish, al via la campagna Sea Shepherd

25 gennaio 2016 | 12.48
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Ambiente: operazione Icefish, al via la campagna Sea Shepherd

Combatte il commercio illegale del merluzzo e la caccia alle balene dell'Antartico e si muove sulle tracce di due navi bracconiere ricercate dall’Interpol, la Viking e la Kunlun. E' la campagna di Sea Shepherd "Operazione Icefish" , giunta alla sua tredicesima edizione dopo il successo di quella dell'anno scorso che ha dato vita a una forte cooperazione internazionale grazie alla quale quattro delle sei navi illegali, note per le attività di bracconaggio dei merluzzi dell'Antartico, sono state fermate.

La più famosa, la Thunder, è stata affondata nelle acque che circondano São Tomé e Príncipe, dopo un inseguimento record da parte della nave di Sea Shepherd Bob Barker durato 110 giorni. La cooperazione tra le autorità locali e internazionali, tra le quali Sea Shepherd e l'Agenzia di Polizia Internazionale Interpol, ha portato all’emissione di multe da record e pene detentive per le compagnie più coinvolte e per le persone fisiche che si celano dietro le operazioni di bracconaggio.

Sea Shepherd ha continuato a monitorare i movimenti delle restanti navi illegali durante tutto l'anno ed è a conoscenza - fa sapere l'associazione -del fatto che due delle navi bracconiere ricercate dall’Interpol, la Viking e la Kunlun appunto, sono sfuggite alla giustizia. Queste due imbarcazioni saranno l'obiettivo della nuova campagna antartica appena partita (Operazione Icefish 2).

Simbolo e mezzo di questa seconda campagna è la nave Steve Irwin che, partita da Fremantle (Australia Occidentale) per l’Oceano del Sud, ha anche un secondo obiettivo: individuare la flotta baleniera giapponese, tornata quest’anno in Oceano del Sud in violazione della sentenza della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia che il 31 marzo 2014 ha dichiarato illegali le attività di baleneria giapponesi.

In violazione anche della sentenza della Corte Federale Australiana di Sydney del 2008 (che ha emesso un’ingiunzione intimando ai balenieri di cessare la caccia nel Santuario dei Cetacei in acque Australiane e nel novembre 2015 ha multato la società che gestisce la flotta baleniera per un milione di dollari australiani) e del parere negativo dell’International Whaling Commission.

Guidata dal Capitano Siddharth Chakravarty, Sea Shepherd difenderà le acque incontaminate dell’Antartico dai bracconieri, puntando a fermare le attività illegali nell’ultima grande area selvaggia del pianeta. Sea Shepherd utilizzerà "tattiche di azione diretta per riempire il vuoto di applicazione della legge che continua a essere sfruttato dalla flotta baleniera dei bracconieri giapponesi e dalle due rimanenti navi dedite alla pesca illegale del merluzzo dell’Antartico, la Viking e la Kunlun", fa sapere l'associazione.

"Le terre di nessuno dell’Oceano del Sud sono minacciate e noi siamo l’unica forma di protezione della vita marina in queste regioni prive di normative. Oltre a offrire protezione diretta e immediata agli oceani, abbiamo intenzione di investigare e documentare le illegalità e lavorare assieme alle forze dell’ordine, ancora una volta, per collaborare e portare definitivamente a termine le indagini in corso in tutto il mondo”, dichiara il Capitano Chakravarty.

Sea Shepherd invita i governi responsabili dell’applicazione delle leggi a protezione dell’Antartico a intervenire. “Sea Shepherd non deve essere lasciata da sola a difendere l’Oceano del Sud - dichiara il Capitano Alex Cornelissen, Ceo di Sea Shepherd Global - è tempo che i governi intervengano e intraprendano azioni serie per affrontare la questione del bracconaggio in Oceano del Sud”.

Il direttore di Sea Shepherd Australia, Jeff Hansen, aggiunge: “L’Australia è stata elogiata per aver portato il Giappone davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, ma ora il governo deve assumersi la responsabilità dell’applicazione della legge inviando una nave che si opponga ai bracconieri di balene".

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