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Mare: Legambiente, +27% in un anno i reati

17 giugno 2016 | 12.23
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Mare: Legambiente, +27% in un anno i reati

Crescono del 27% in un anno i reati a danno del mare, con 2 infrazioni e mezzo per ogni chilometro di costa. In testa il settore della pesca illegale con 6.810 reati accertati. Seguono cattiva depurazione e scarichi. A tracciare il quadro è il dossier Mare Monstrum di Legambiente che anche quest'anno spiega le vele con la storica imbarcazione Goletta Verde. L'edizione 2016 è stata realizzata grazie al sostegno di Coou e dei partner tecnici Nau e Novamont.

Si salpa da Genova domani. E poi via a Porto Venere, l’Isola d’Elba, Ostia, Terracina, Ischia, Pollica, Marina di Camerota, Sapri, Maratea, Cetraro, Villasimius, Cagliari, Favignana, Ustica, Barcellona Pozzo di Gotto, Castro, Bisceglie, Lesina, Termoli, Vasto, Ancona, Senigallia, Ravenna, Porto Levante, Venezia e infine Grado, ultima tappa del viaggio a Ferragosto.

Da 30 anni Goletta Verde svolge il suo lavoro di analisi della qualità delle acque, di denuncia dell’inquinamento e della scarsa e inefficiente depurazione dei reflui, delle speculazioni edilizie e degli ecomostri e della cattiva gestione delle coste italiane. E i dati del dossier Mare Monstrum di Legambiente dimostrano quanto sia critica la situazione del “mare illegale”. I reati ai danni del nostro mare che le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno intercettato nel corso del 2015 crescono del 27%. Le infrazioni sono ben 2,5 per ogni chilometro di costa del Belpaese.

Sale anche il numero delle persone denunciate, che passano da 18.109 a 19.614, mentre flette, seppur di poco il dato dei sequestri, sono 4.680 a fronte dei 4.777 del 2014. A fare la parte del leone è il settore della pesca illegale, con 6.810 reati accertati, seguita dalle infrazioni relative alla cattiva depurazione e agli scarichi selvaggi che sono state 4.542. Alto è pure il numero delle infrazioni legate al ciclo del cemento, 4.482, dove domina la fattispecie dell’abusivismo edilizio costiero. I nostri litorali sono puntellati da distese di villini sorti 'spontaneamente'.

Dopo l’abbattimento nel 2014 degli scheletri sulla collina di Quarto Caldo nel Parco nazionale del Circeo e dello scheletro di Alimuri a Vico Equense, quest’anno la nuova top5 dell’abusivismo edilizio vede accanto agli scheletri di Pizzo Sella a Palermo, il villaggio di Torre Mileto a Lesina (Fg), lo scheletro dell’Aloha Mare ad Acireale (Ct), le 35 ville nell’area archeologica di Capo Colonna a Crotone e le case abusive dell’Isola di Ischia.

Il 52,4% degli illeciti si concentra nelle regioni del Sud, anche classificabili come quelle “a tradizionale presenza mafiosa”, ossia Campania, Sicilia, Calabria e Puglia. In testa, c’è la Campania con 3.110 illeciti, il 16,8% del totale, ben 6,6 per chilometro di costa. Molto vicino si piazza la Sicilia, con 3.021 reati, il 16,4%. Le due regioni, da sole, rappresentano un terzo di tutti i reati. Terzo è il Lazio, con 1.920 reati accertati, al quarto posto troviamo la Calabria con 1.838 e quinta è la Puglia con 1.701.

La Campania detiene anche il primato specifico del cemento illegale, con quasi il 20% dei reati accertati. Gran parte di questi reati è legata alla realizzazione di case, stabilimenti turistici, hotel, villaggi vacanza e altre infrastrutture private sul demanio marittimo o in aree vincolate lungo la costa. Al secondo posto, la Calabria con il 13,2%, seguita dal Lazio con l’11,5%, dalla Sicilia con il 10,3% e dalla Puglia con il 9,6%. E sono sempre Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Lazio a guidare la classifica dedicata ai reati legati all’inquinamento delle acque, totalizzando insieme il 57,5% degli illeciti nazionali.

“Approvare al più presto la legge sugli abbattimenti degli ecomostri, che giace in Parlamento dal 2012, è una priorità per il nostro Paese" dichiara Rossella Muroni, presidente di Legambiente che aggiunge: "Abbiamo vinto tante battaglie, a partire dalla nuova legge sugli ecoreati, ma molto resta ancora da fare sia contro il cemento e gli abusi edilizi, sia contro le trivellazioni e le ricerche petrolifere, contro gli scarichi e le sostanze inquinanti che in mare vengono sversate ogni giorno e contro il marine litter la cui presenza è, purtroppo, sempre più forte nei mari e sulle spiagge”.

Anche quest’anno il Consorzio obbligatorio degli oli usati è main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo da 32 anni, il Coou garantisce la raccolta degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. L’olio usato, che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli, è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche.

Ma l'olio usato è anche un’importante risorsa perché può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 90% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. Con Sos Goletta, come sempre Legambiente assegna un compito importante a cittadini e turisti, a cui chiede di segnalare situazioni anomale foriere di inquinamento delle acque: tubi che scaricano direttamente in mare ma anche chiazze sospette.

Ancora oggi, infatti, in Italia il 25% delle acque di fogna viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato. Per questo, il team di tecnici che accompagna la Goletta per condurre il monitoraggio scientifico delle acque, a caccia dei punti più critici, raccoglie anche le segnalazioni dei cittadini per approfondire la denuncia e farla arrivare alle autorità competenti.

Per segnalare il “mare sporco” ci si può collegare a www.legambiente.it/golettaverde o scrivere a sosgoletta@legambiente.it inviando una breve descrizione della situazione, l’indirizzo e le indicazioni utili per identificare il punto, le foto dello scarico o dell’area inquinata e un recapito telefonico.

Ad accompagnare il viaggio di Goletta Verde ci sono però anche buone notizie: i comportamenti virtuosi e i provvedimenti importanti degli ultimi 30 anni nel nostro Paese, raccontati grazie a una mostra itinerante realizzata con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare e la collaborazione del parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e delle aree marine protette di Cinque Terre, Secche di Tor Paterno, Regno di Nettuno, Costa degli Infreschi e della Masseta, Capo Carbonara, Isole Egadi e Isola di Ustica.

Dal monitoraggio della qualità delle acque, alla legge sulle aree protette e sulla conservazione degli ecosistemi e della biodiversità, passando per la prima commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, le battaglie contro i condoni edilizi e gli abbattimenti degli abusi, e infine la legge tanto attesa sugli ecoreati. La mostra che farà tappa nelle otto aree marine protette è una carrellata su tre decenni di politiche ambientali che racconta come l’Italia, nonostante tutto, sia cambiata in termini di difesa, tutela e innovazione.

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