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Ambiente: dai test atomici al clima, 45 anni di Greenpeace

14 settembre 2016 | 12.01
LETTURA: 3 minuti

 - © Tom Jefferson / Greenpeace
- © Tom Jefferson / Greenpeace

Dal viaggio per fermare i test atomici alle campagne di oggi sul clima, è una lunga storia a tutela del pianeta quella di Greenpeace , iniziata il 15 settembre del 1971 quando un gruppo di volontari partì da Vancouver a bordo del peschereccio Phyllis Cormack (poi ribattezzato Greenpeace) per cercare di fermare i test atomici sull’isola di Amchitka, in Alaska.

L’organizzazione ambientalista nasce con questo viaggio: sebbene la nave non raggiunse mai Amchitka, perché intercettata dalle autorità statunitensi, questa missione sviluppò nell’opinione pubblica una crescente opposizione ai test atomici che portò al loro bando. Primo successo, e non l'unico: è grazie all'organizzazione non governativa ambientalista e pacifista che è si è ottenuta la protezione dell’Antartide a inizio anni '90, un successo che ora Greenpeace sta cercando di bissare con le sue campagne per l’Artico.

Una storia fatta di impegno e passione, a tratti romanzesca. E potrebbe essere un romanzo d'avventura ambientato nei mari teatro della caccia alle balene, o anche una spy story con Greenpeace nel mirino dei servizi segreti, tra sabotaggi e bombe ai danni della Rainbow Warrior, la storica nave ammiraglia della flotta di Greenpeace.

Oggi Greenpeace conta oltre tre milioni di sostenitori, 36mila volontari in tutto il mondo, a cui si aggiungono migliaia di attivisti, cyberattivisti, ricercatori, lobbysti e un numero sempre crescente di alleati. A 45 anni dalla sua nascita "la maggiore sfida globale dei nostri tempi è la battaglia contro i cambiamenti climatici - spiega Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia - L’Accordo di Parigi, che ci aspettiamo verrà firmato tra una settimana, è un bel passo in avanti per raggiungere l’obiettivo ambizioso di non superare un grado e mezzo di aumento della temperatura globale e avviare la transizione verso le rinnovabili al 100 per cento per tutti”.

Tra gli effetti dei cambiamenti climatici vi è l’acidificazione degli oceani, che assorbono troppa Co2 che danneggia la vita marina. Greenpeace chiede più aree marine protette, meno pesca illegale e collabora con altre organizzazioni per evitare che gli oceani diventino una immensa discarica per la plastica. E si batte per proteggere le foreste primarie, insieme a comunità e gruppi locali, per sostenere la biodiversità, ma anche per il ruolo che le foreste hanno nel tenere in equilibrio il clima.

Allo stesso modo, la campagna per l’agricoltura sostenibile punta a sostenere chi coltiva la terra senza contribuire ai cambiamenti climatici. Oggi Greenpeace continua a battersi anche contro le testate atomiche e anche se i test sono rallentati grazie all’opposizione pubblica, diversi stati continuano a possedere, sviluppare e ammodernare le testate atomiche: serve un Trattato delle Nazioni Unite che le metta al bando.

Greenpeace festeggia quest’anno anche 30 anni di attività in Italia: nel nostro Paese l’associazione conta oltre 77mila sostenitori, 500mila cyberattivisti e un migliaio di volontari.

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