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Clima: studio, emissioni Co2 dipendono da reddito ed efficienza energetica

20 gennaio 2017 | 14.57
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(Foto Fotolia)
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Nel lungo termine, le variazioni di emissioni globali di Co2 dipendono principalmente da variazioni future di reddito ed efficienza energetica. Lo rileva lo studio “Sensitivity of projected long-term Co2 emissions across the Shared Socioeconomic Pathways” pubblicato da Nature Climate Change.

La crescita economica e l'intensità di energia saranno le determinanti più importanti per il futuro delle emissioni di Co2 stando agli scenari socio-economici recentemente codificati e condivisi dalla comunità scientifica sotto il nome di Shared Socioeconomic Pathways, o SSPs.

“I risultati - spiega Giacomo Marangoni, ricercatore presso la Fondazione Eni Enrico Mattei (Feem) e il Politecnico di Milano e responsabile dello studio - indicano chiaramente reddito ed efficienza energetica come fattori determinanti delle emissioni future. Variazioni nella popolazione prevista sembrano invece meno determinanti. Il ruolo di combustibili fossili e tecnologie energetiche a basse emissioni di Co2 si colloca a metà strada".

Incrociando sei diversi modelli di energia-economia-clima di altrettanti istituti di ricerca europei, lo studio ha ricondotto i livelli futuri di emissioni di Co2 ai suoi principali fattori: popolazione, reddito, intensità energetica, disponibilità di risorse fossili e di tecnologie energetiche a basse emissioni. Lo studio ha confrontato tre possibili mondi futuri: uno sostenibile, uno più oneroso per l’ambiente, e uno a metà strada.

“La crescita economica è una priorità politica ed è necessario, in particolare nei paesi emergenti e in via di sviluppo - spiega Massimo Tavoni, co-autore dello studio, coordinatore alla Feem e docente al Politecnico di Milano - Ma ci sono alcune politiche che possono rendere questo obiettivo compatibile con emissioni più basse: incentivare l'efficienza energetica e disincentivare le risorse fossili, soprattutto il carbone. Il cambiamento climatico sarebbe un’alternativa sicuramente peggiore”.

Questo studio aiuta a meglio definire le priorità nella individuazione delle migliori politiche climatiche, spostando parte della attenzione dal tradizionale settore della produzione di energia ai temi dell’efficienza energetica e della crescita economica.

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