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Rifiuti: 10 anni di smartphone, dal 2007 ne sono stati prodotti 7,1 mld

27 febbraio 2017 | 16.30
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(Foto Fotolia)
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Lo smartphone compie 10 anni e, dal lancio del primo IPhone nel 2007, ha rivoluzionato il nostro modo di comunicare. L'altra faccia della medaglia? Negli ultimi dieci anni, la produzione e lo smaltimento di smartphone hanno avuto un impatto significativo sul nostro pianeta: dal 2007 a oggi sono stati prodotti 7,1 miliardi di smartphone usando, per la loro produzione, circa 968 TWh, quasi l’equivalente di un anno di fabbisogno energetico dell’India.

Solo nel 2014, secondo uno studio della United Nations University, sono stati prodotti 3 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici legati alla produzione di smartphone. Dispositivi che contribuiscono significativamente alla grande crescita dei rifiuti elettronici prodotti: si prevede di arrivare a 50 milioni di tonnellate nel 2017. Ma meno del 16% dei rifiuti elettronici globali viene riciclato.

I dati sono raccolti nello studio “From Smart to Senseless: The Global Impact of Ten Years of Smartphones” di Greenpeace Usa, diffusi oggi in occasione dell’inaugurazione del “World mobile congress” di Barcellona.

Quello degli smartphone, rileva lo studio, è un successo destinato a crescere: nel 2020 le persone in possesso di uno smartphone saranno 6,1 miliardi, ovvero circa il 70% della popolazione globale. Sempre secondo lo studio, solo due modelli su 13, esaminati come parte delle ricerca da Greenpeace Usa e iFixit, avevano batterie facilmente sostituibili. Questo significa che, quando la batteria inizia a scaricarsi, i consumatori sono costretti e sostituire l’intero dispositivo. Negli Stati Uniti gli smartphone vengono usati per un periodo medio di 26 mesi.

“Se tutti gli smartphone prodotti nell’ultimo decennio fossero ancora in uso, ce ne sarebbero abbastanza per ogni persona sul pianeta. I consumatori sono spinti a cambiare telefonino così spesso che la media di utilizzo è di soli due anni: l’impatto sul pianeta è devastante", afferma Elizabeth Jardim di Greenpeace Usa.

"Quando si considerano tutti i materiali e l’energia richiesta per realizzare questi dispositivi - continua Jardim - la loro durata e il basso tasso di riciclo, diventa chiaro che non possiamo continuare su questa strada. Abbiamo bisogno di dispositivi che durino più a lungo e, in sostanza, abbiamo bisogno di aziende che adottino un nuovo modello di produzione circolare”.

Greenpeace chiede all’intero settore It di adottare un modello di produzione circolare, in modo da affrontare alla radice molte di queste sfide ambientali. "Un caso esemplare è quello di Samsung - fa sapere l'associazione - che dovrebbe impegnarsi pubblicamente al riciclo del Galaxy Note 7s, riducendo al minimo l’impatto sulle persone e sull’ambiente. Invece non è ancora chiaro cosa intenda fare con i 4,3 milioni di telefonini che ha ritirato dal commercio".

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