Un esercito di pesci, tartarughe, uccelli, conigli, criceti e altre specie esotiche, non quantificato con cifre precise, vive nelle case degli italiani. E, allo stesso tempo, fuori dalla porta di casa, molte specie esotiche sono diventate selvatiche e hanno invaso gli habitat naturali italiani, divenendo le cosiddette 'specie aliene'.
Per affrontare le questioni legate alla cura di questi animali si è svolto il primo convegno 'Il benessere degli animali esotici e selvatici in Italia', promosso a Cremona in collaborazione con l’Associazione Nazionale Medici Veterinari e patrocinato dalla Società Italiana Medici Veterinari degli Animali Selvatici e da Zoo, che ha riunito ministero dell’Ambiente, ministero della Salute, Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (Ispra) e l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna.
"Abbiamo bisogno di voi", avverte Elena Tricarico dell’Istituto Superiore di Protezione e Ricerca Ambientale (Ispra), rivolgendosi alla platea di oltre 200 medici veterinari. "I medici veterinari sono a contatto con le famiglie e possono fare molto per educare i cittadini a prevenire l'alterazione di eco-sistemi compromessi dalla superficialità dell'uomo", spiega.
Giordano Nardini, presidente della Società Italiana Veterinari Animali Esotici lancia un appello alle istituzioni che "siano più coinvolte, ma anche alle associazioni e all'opinione pubblica che non scadano nel fanatismo". "Il benessere di animali esotici e selvatici - dice - è un mondo vastissimo e multidisciplinare che richiede con urgenza, un approccio scientificamente orientato, nell’esigenza di superare improvvisazioni e cattive gestioni".
Spartaco Gippoliti, Cites (Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate), spiega che "non si conoscono ancora tutte le specie in natura ma la sfida delle specie aliene invasive ci sta prepotentemente ricordando le responsabilità di comportamenti umani superficiali e impreparati".
Una città come Roma, dove è presente una biodiversità ricchissima, si è trovata ad affrontare il caso di un cinghiale in un condominio e di una volpe nel centro storico. "Serve un coordinamento di tutti gli interventi - dice Rosalba Matassa, direttore Tutela Ambientale e Benessere Animale del Comune di Roma - perché non si può lasciare il cittadino senza una risposta". "Le leggi ci sono - sottolinea Cristina Zacchia del ministero dell’Ambiente - ma è necessario essere sempre presenti per farle rispettare in tutti gli ambiti dove animali esotici e selvatici vengono ospitati senza tralasciare la formazione di chi opera nel settore".
Una risposta concreta sul fronte delle corrette pratiche di gestione degli animali esotici in situazioni di difficoltà o ospitati sin dalla nascita, arriva dal Parco Natura Viva di Bussolengo, unico parco zoologico in Italia ad avere da oltre 10 anni un settore specifico per la ricerca e la conservazione del benessere animale.
"Noi siamo pronti a mettere in campo le competenze veterinarie ed etologiche che abbiamo sviluppato in 48 anni di gestione di animali a rischio estinzione nati nella nostra struttura o a noi affidati dalle autorità in seguito a confische", annuncia Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo.
"Gestire gli animali garantendone il benessere è far sì che ognuno possa essere quello che è: se sono uno scimpanzé devo potermi comportare da scimpanzé, se sono un pappagallo devo potermi comportare da pappagallo e se sono un coniglio devo potermi comportare da coniglio", conclude Caterina Spiezio, responsabile del settore Ricerca e Conservazione del Parco Natura Viva.
