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Onu: è la Norvegia il Paese più felice

20 marzo 2017 | 12.14
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(Foto Fotolia)
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E' la Norvegia è il Paese più felice. Lo stabilisce il World Happiness Report 2017, il Rapporto Mondiale sulla Felicità che classifica 155 Paesi in base al loro livello di felicità, pubblicato oggi alle Nazioni Unite in occasione del World Happiness Day.

Subito dopo la Norvegia, nella top ten dei Paesi più felici troviamo Danimarca, Islanda, Svizzera, Finlandia, Paesi Bassi, Canada, Nuova Zelanda, Australia e Svezia. Gli Stati Uniti si classificano 14esimi, perdendo un posto dall'anno scorso.

La Norvegia salta tre posizioni rispetto all'anno scorso e spodesta così la Danimarca, che aveva tenuto il primo posto per tre degli ultimi quattro anni. Un primato che si guadagna a dispetto dei recenti cali del prezzo del petrolio, di cui la Norvegia è ricca, dimostrando che la felicità dipende più da altri fattori che dal reddito.

“Scegliendo di produrre petrolio responsabilmente e investendo i profitti a beneficio delle generazioni future, la Norvegia si è protetta dai volatili saliscendi di molte altre economie di Paesi ricchi di petrolio - spiega il professor John Helliwell dell’Università della British Columbia - Questa enfasi sul futuro anziché sul presente è facilitata da elevati livelli di fiducia reciproca, obiettivi condivisi, generosità e buona gestione. Tutti questi elementi si trovano in Norvegia, così come negli altri Paesi in cima alla classifica".

Il rapporto di quest'anno include un'analisi della felicità sul luogo di lavoro. Il risultato? Le persone con ruoli ben retribuiti sono più felici, ma i soldi sono solo uno degli 'ingredienti' della felicità su cui influiscono in maniera determinante anche altri elementi: equilibrio vita-lavoro, varietà del lavoro e livello di autonomia.

Il rapporto inoltre evidenzia i fattori personali che condizionano la felicità. Ad esempio, nei Paesi ricchi la più grande causa di infelicità risulta essere la malattia mentale.

Il rapporto è elaborato da Sustainable Development Solutions Network (Sdsn) e sostenuto da una donazione triennale della Fondazione Ernesto Illy. Viene editato da John F. Helliwell dell’Università della British Columbia e il Canadian Institute for Advanced Research; da Richard Layard, direttore del Well-Being Programme al Centre for Economic Performance della Lse, e dal direttore del Sdsn, il professor Sachs.

La classifica, che si basa su indagini in 155 Paesi nel triennio 2013-2015, fornisce un punteggio medio di 5.1 (su 10). Sei variabili chiave concorrono a spiegare tre quarti della variazione annuale nei punteggi nazionali medi nel tempo e tra paesi: Pil reale pro capite, aspettativa di vita, avere qualcuno su cui contare, libertà percepita nelle scelte di vita, assenza di corruzione e generosità.

“Il Rapporto Mondiale sulla Felicità - dichiara Jeffrey Sachs, direttore del Sustainable Development Solutions Network - continua ad attirare l'attenzione mondiale sulla necessità di creare una saggia politica per ciò che conta di più per le persone, il loro benessere. Come dimostrato da molti Paesi, questo rapporto prova che la felicità è il risultato della creazione di solide fondamenta sociali. È il momento di costruire fiducia sociale e una vita sana, non pistole o muri. Responsabilizziamo i nostri leader verso questo fatto".

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