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Clima: Ocse, pressioni ambientali in aumento in Nuova Zelanda

21 marzo 2017 | 12.16
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(Xinhua)
(Xinhua)

Una elevata qualità ambientale della vita, dell'aria e l'accesso alla natura incontaminata e ai suoi spettacolari paesaggi. E' la Nuova Zelanda. Eppure, rileva un nuovo rapporto dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), il modello di crescita del Paese, in gran parte basato sullo sfruttamento delle risorse naturali, "sta cominciando a mostrare i suoi limiti ambientali con emissioni crescenti di gas serra, inquinamento delle acque e minacce alla biodiversità".

"Sviluppare una visione a lungo termine - si legge nel rapporto - per una transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio e più verde, aiuterebbe il Paese a difendere la sua reputazione 'green'".

Nonostante il Paese rappresenti solo una piccola quota delle emissioni globali, il terzo report dell'Ocse sulle performance ambientali della Nuova Zelanda rileva che la produzione lattiera intensiva, il trasporto su strada e l'industria hanno spinto verso l'alto le emissioni di gas serra del 23% dal 1990. Nonostante la generazione dell'80% della sua energia elettrica sia da fonti rinnovabili, tra le più alte nei Paesi Ocse, la Nuova Zelanda ha il secondo più alto livello di emissioni per unità di Pil nell'Ocse e il quinto pro capite.

"Avendo in gran parte decarbonizzato la sua produzione di energia, la Nuova Zelanda deve garantire che le sue politiche climatiche siano efficaci nella riduzione delle emissioni in tutti i settori, in particolare nei trasporti e nell'agricoltura - ha detto il direttore Ambiente dell'Ocse Simon Upton, presentando il rapporto a Wellington - Questo significa rafforzare il Sistema di Scambio delle Emissioni e garantire che le politiche settoriali siano in linea con le necessità di una transizione verso basse emissioni".

Per quanto riguarda l'agricoltura, che rappresenta il 49% delle emissioni - la quota più alta nell'Ocse - il rapporto suggerisce di inserire le emissioni del settore agricolo nell''Emissions Trading Scheme' o di sviluppare misure alternative per contrastare la pressione del settore allevamento. L'uso di tariffe e tasse collegate all'ambiente - avverte l'Ocse - dovrebbe essere ampliata.

Ancora. Il report rileva che la crescita della produzione casearia intensiva ha aumentato il livello di azoto nel suolo, nelle acque superficiali e sotterranee. Il bilancio azotato (la differenza tra le sostanze nutritive che entrano ed escono dal sistema) è aumentato più che in qualsiasi altro Paese Ocse nel periodo 2000-2010.

Consapevole della necessità di salvaguardare la qualità delle acque, la Nuova Zelanda ha avviato un processo di riforme con un Pacchetto Acqua Pulita di proposte nel mese di febbraio che affrontano alcune delle raccomandazioni dell'Ocse. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico suggerisce, poi, al governo di fornire ulteriore sostegno "per assistere le autorità locali nel definire obiettivi rigorosi e accelerarne l'attuazione".

Il report analizza anche le città in rapida crescita della Nuova Zelanda e suggerisce che un sistema di pianificazione urbana più semplice, norme meno restrittive nell'uso del territorio e un migliore coordinamento tra territorio, trasporto e pianificazione delle infrastrutture potrebbero contribuire ad alleviare la pressione. Le automobili di proprietà in città sono molte e molti veicoli sono vecchi e ad alta intensità di emissioni - sottolinea l'Ocse - e gli attuali standard dei veicoli e le tasse non incoraggiano sufficientemente il passaggio a tecnologie più pulite e più efficienti.

Da parte sua, il ministro dell'Ambiente Nick Smith risponde che il rapporto ha evidenziato le 'credenziali verdi' della Nuova Zelanda oltre alle sfide che ha dovuto affrontare. "Questa pagella ambientale ci aiuterà a definire la nostra direzione e le aspirazioni ambientali future e ad imparare dalle esperienze di altri Paesi", ha detto Smith. L'opposizione Verde sottolinea, invece, che il rapporto evidenzia come la Nuova Zelanda sia sulla buona strada per perdere i suoi obiettivi climatici fissati nell'Accordo di Parigi. "L'economia della Nuova Zelanda è ad alta intensità di carbonio e questo non può durare se vogliamo fare la nostra parte per affrontare il cambiamento climatico", ha detto il co-leader del partito dei Verdi James Shaw.

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