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Rifiuti: da olio fritto a biocarburante, accordo Conoe-Eni

17 maggio 2017 | 14.53
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Bioraffineria Eni di Venezia
Bioraffineria Eni di Venezia

Da olio fritto a biocarburante di alta qualità. Eni e Conoe, il Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti, hanno firmato oggi un accordo per favorire e incrementare la raccolta degli oli vegetali che alimenteranno la bioraffineria Eni di Venezia e, dal 2018, quella di Gela.

Con la sottoscrizione di questo protocollo, il Conoe si impegna a invitare tutte le Aziende di rigenerazione aderenti al Consorzio a fornire a Eni l’olio esausto raccolto per immetterlo negli impianti della bioraffineria di Venezia, primo esempio al mondo di conversione di una raffineria convenzionale in bioraffineria, cioè in grado di trasformare materie prime di origine biologica in biocarburanti di alta qualità.

L’impianto dal maggio 2014 produce green diesel, green nafta, green Gpl e potenzialmente anche green jet fuel, alimentato in gran parte da olio di palma, approvvigionato esclusivamente in modo certificato, anche nel rispetto della biodiversità. Grazie a questo accordo, l’olio di palma verrà in parte sostituito con oli vegetali esausti e, a breve, anche da grassi animali e dalle cosiddette materie prime advanced, quali l’olio da alghe e da rifiuti, non in competizione con il mercato agroalimentare.

La capacità Eni di lavorazione di oli vegetali, con l’entrata in funzione della bioraffineria di Gela nel 2018, sarà di circa un milione di tonnellate l’anno, pertanto Eni sarà in grado di assicurare alle Aziende aderenti al Conoe l’acquisto degli oli esausti prodotti e disponibili sul mercato nazionale, circa 65mila tonnellate nel 2016.

Il Consorzio stima che questo comporterà un risparmio potenziale di 3.130 kg di CO2 equivalente per tonnellata di biodiesel prodotto e consumato come combustibile, mentre i metri cubi di acqua risparmiata sono pari a 1,9 per tonnellata di biodiesel prodotto con oli esausti.

A tal fine l’accordo prevede anche azioni congiunte Conoe - Eni per favorire la raccolta di volumi incrementali di oli esausti prodotti dall’utenza domestica, oggi quasi interamente dispersi, anche tramite accordi con le Pubbliche Amministrazioni locali e le aziende pubbliche di raccolta rifiuti. Il Conoe, operativo dal 2001, ha negli anni incrementato la propria raccolta passando dalle 15mila tonnellate del 2002 alle oltre 65mila del 2016, ovvero il 23% del potenziale raccoglibile che ammonta a 280mila tonnellate.

Il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, presente alla firma dell'accordo, ha espresso "grande soddisfazione". "Questo accordo - ha detto il ministro - ci insegna una storia, è un'indicazione forte che noi diamo all'economia italiana: l'economia circolare si può realizzare non solo nei settori della green economy ma si può addirittura realizzare in settori a cui non avremmo mai pensato. Perché a questo tavolo c'è l'Eni, l'Eni dovrebbe essere non un mio alleato come è oggi. Nella testa e nella cultura di questo Paese, dovrebbe essere il mio peggior nemico invece oggi siamo alleati per poter giungere ad un risultato ambientale positivo".

Non solo, continua il ministro, "oggi possiamo dire che con questo accordo l'olio fritto non è più un rifiuto ma diventa materia prima secondaria". E ancora: "Mi piace anche il fatto che dimostriamo che stabilimenti che rischiano di diventare un problema quando vengono dismessi" grazie a questo accordo "per Marghera e Gela questo non si verificherà perché quei siti da petrolchimici diventano biochimica".

Infine. "Avere oggi un biocombustibile che riduce il particolato, soprattutto della polvere 2.5 del 40%, è una grande opportunità - ha concluso - Poi starà ad Eni diffonderlo il più possibile sul mercato".

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