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Sostenibilità: economia circolare, 1800 mld di crescita globale da qui al 2030

07 giugno 2017 | 14.59
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(Fotolia)
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L’economia circolare potrebbe determinare nel mondo una crescita di 1.800 miliardi di euro da qui al 2030, ovvero il doppio della crescita prevista con il modello attuale. La rivoluzione tecnologica implicita in questo cambio di paradigma potrebbe produrre un aumento di reddito di 3mila euro annui per nucleo familiare e una crescita del Pil tripla rispetto a quella prevista senza modifiche al sistema economico attuale.

Ma soprattutto: grazie a riciclo e riuso, il consumo di materiali primari potrebbe ridursi del 32% entro il 2030 e del 53% entro il 2050. Una stima importante se si calcola che oggi in Europa 6 tonnellate di materie prime, delle 16 complessive consumate ogni anno da ogni singolo cittadino dell’Unione, diventano scarti. E di queste sei, metà non vengono nemmeno recuperate e finiscono in discarica.

Sono alcuni dei dati emersi in occasione del primo Forum Nazionale sull’Economia Circolare dal titolo “Ambiente, economia e territori: fare rete al tempo dell'economia circolare”, oggi a Bologna in vista del G7 Ambiente. “Le aziende che investiranno sull’economia circolare saranno più concorrenziali, più forti sul mercato perché risparmieranno risorse, useranno meno energia, produrranno meno rifiuti - dichiara il ministro dell'Ambiente Gian luca Galletti in occasione del Forum - L’ambiente non è soltanto un grande tema etico e morale: è anche un grande tema economico sul quale si giocherà la differenza competitiva nella quarta rivoluzione industriale”.

Su questo tema, l'Italia offre casi e modelli di eccellenza. Da quello degli olii esausti, di cui in Italia vengono riciclate da Conoe oltre 65mila tonnellate l'anno (dato 2016), che possono essere trasformati in biocarburanti di alta qualità; a quello degli Pneumatici Fuori Uso, con 1.400.000 tonnellate (più di due volte la circonferenza terrestre) recuperate in sette anni da Ecopneus e 80.000 tonnellate di granuli e polverini (pari a 8 Torri Eiffel), diventati ogni anno nuove strade, insonorizzanti per edilizia, e superfici sportive.

Da quello delle batterie, con la rete di 90 punti Cobat per servire oltre 80.000 produttori di rifiuto, a quello dei materiali per l’edilizia ottenuti dal trattamento industriale delle scorie generate dalla termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani, la Matrix Family di Officina dell’Ambiente.

Dalle best practice all'occupazione. Anche qui un nuovo modello economico apre nuove opportunità. Nell’Unione europea i green jobs sono aumentati in 15 anni del 49% rispetto al 6% dell’economia tradizionale. Analogamente, il valore aggiunto lordo dell’economia ambientale nello stesso periodo è passato da 135 a 289 miliardi di euro, con un’incidenza sul Pil del 2,1% rispetto all’1,4% di 15 anni prima.

Per l’Italia i green jobs possono rappresentare una grande opportunità, ed è per questo motivo che il ministro dell’Ambiente Galletti ha annunciato, tra gli elementi di novità che emergeranno in occasione del G7Ambiente, anche un pacchetto fiscale green che preveda un taglio del cuneo fiscale per i green jobs.

Il Forum Nazionale sull’Economia Circolare è promosso dalla Città metropolitana di Bologna e da Edizioni Ambiente, in collaborazione con Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna e SprecoZero.net, con il patrocinio dell’Università di Bologna e del ministero dell’Ambiente.

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