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Territorio: addio coste nel 2060, l'allarme dei Verdi

01 agosto 2017 | 15.38
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(Fotolia)
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"Con il ritmo di speculazione attuale, nel 2060 non ci saranno più coste da proteggere perché saranno tutte cementificate". Così il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, presentando oggi il dossier "2017 Odissea nelle spiagge".

Secondo i dati dell'Ispra e dell'Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, le coste italiane sono tra le più cementificate d'Europa: 19,2 milioni di metri quadri di spiagge sono occupati da stabilimenti, 160 milioni di metri cubi di cemento lungo i quasi 8.000 chilometri di coste, "una incredibile colata selvaggia che corrisponde a 534.000 appartamenti da 100 mq l’uno", sottolinea Bonelli.

Sul 75,4% delle coste italiane sono presenti coperture artificiali, e come se non bastasse, secondo i dati Ispra, ben un terzo delle nostre spiagge è interessato da fenomeni erosivi in espansione.

negli ultimi 5 anni oltre 110 stabilimenti balneari sequestrati alla mafia

In Italia negli ultimi 5 anni sono stati oltre 110 gli stabilimenti balneari sequestrati alla mafia. Perché? "In primo luogo la maggiore predisposizione per riciclare denaro di provenienza illecita sulle spiagge in secondo luogo perché lo stabilimento balneare ha un alto livello di redditività considerato che il costo (irrisorio) della concessione demaniale incide meno dell’ 1% sul fatturato dello stabilimento come è possibile verificare dai bilanci dell’agenzia de demanio".

Investire nella balneazione rende eccome. Ecco quanti soldi si ricavano, secondo il dossier presentato dai Verdi, tra affitti delle cabine, ombrelloni, sdraio e altro. Le cabine sono mediamente affittate a un prezzo che varia dai 1.500 ai 3.000 euro a stagione; solo con 100 cabine si ricavano tra 150.000 e 300.000 euro. Aggiungete ingressi, lettini, sdraio, ombrelloni, ristoranti, piscine, caffè, gelati, bibite. Niente di male, ovviamente, guadagnare è legittimo. Ma i canoni che i gestori devono pagare al Demanio sono irrisori.

Le concessioni demaniali che insistono sul demanio marittimo lungo i 7.500 chilometri di costa, infatti, fanno incassare cifre irrisorie paragonato al fatturato. Per i canoni di concessione lo Stato, rileva il dossier, incassa al massimo un centinaio di milioni di euro l'anno mentre il fatturato degli stabilimenti balneari si aggira intorno ai 10 miliardi di euro (ma secondo l’istituto di ricerca Nomisma il fatturato del settore della balneazione è stato nel 2007 di 15 miliardi di euro).

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