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Allarme siccità, a rischio 10 laghi italiani

01 agosto 2017 | 14.20
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Allarme siccità, a rischio 10 laghi italiani

Oltre a quello di Bracciano, simbolo dell’emergenza siccità che ha colpito tutta la Penisola, sono 10 i laghi italiani del nord e centro Italia in forte sofferenza idrica con un elevato abbassamento delle acque, a causa delle alte temperature, delle poche precipitazioni, ma anche per colpa dell’eccessiva captazione e il sovrasfruttamento della risorsa idrica.

Tra i grandi laghi del nord la situazioni più critica è quella del lago di Garda, con un riempimento del 35% rispetto ai livelli di riferimento e un’altezza del livello dell’acqua (altezza idrometrica) di ben 36 cm sotto la media storica, seguito dal lago di Como che, seppure in aumento, è pieno solo al 57,6% del suo volume medio, con un’altezza idrometrica al di sotto di 59 cm della media storica.

Il lago d’Iseo, pieno al 56,4%, ha attualmente un’altezza idrometrica di quasi 21 cm sotto al valore medio, mentre il Maggiore è tornato sotto il livello medio storico (-5,4 cm sotto l’altezza idrometrica media). In particolare, nel 2017, nei quattro grandi laghi del nord (Garda, Maggiore, Como e Iseo) si è registrata una riduzione delle portate in ingresso (ovvero dell’acqua entrata nei bacini lacustri) di 9,5 miliardi di mc, pari, secondo i dati Istat, a tutta l’acqua prelevata per gli usi civili nella Penisola.

In centro Italia a soffrire di più, dopo il lago di Bracciano (sotto di circa 160 cm dallo zero idrometrico), è il Trasimeno che ha registrato meno 60 cm circa rispetto allo zero idrometrico (su una profondità massima di 6 metri circa). Anche lo stato della qualità delle acque lacustri non è delle migliori: su 100 punti monitorati da Legambiente, il 50% è risultato inquinato da scarichi non depurati, e nel 90% sono stati trovati rifiuti.

Lo rileva Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente dedicata allo stato di salute dei bacini lacustri e realizzata in collaborazione con il Conou (il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali) e Novamont, che nel report finale “Laghi a rischio” fa il punto sulle criticità dei 14 laghi monitorati, dislocati su sei regioni (Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Umbria e Lazio).

Abbassamento del livello delle acque anche per il Lago Albano, diminuito di quasi 5 metri negli ultimi decenni. Il Lago di Vico è in sofferenza idrica con 1 metro sotto il livello massimo della soglia farnesiana e anche quest’anno come nel 2012 è ricomparsa un’isoletta all’interno del Lago. I bacini lacustri Salto e Turano scendono a vista d’occhio ogni giorno scoprendo aree del lago prima sommerse, con abbassamenti anche di 20-30 centimetri in un solo giorno. Infine in provincia di Frosinone, nel lago di Canterno continua l’abbassamento del livello: quasi 90 cm in meno negli ultimi 3 mesi.

“Nell’estate 2017 - dichiara Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente - l’Italia si trova ad affrontare una pesante crisi idrica inasprita dai cambiamenti climatici. I laghi e fiumi sono il simbolo di questa emergenza che se non affrontata correttamente rischia di ripetersi nel prossimo futuro. Per questo è fondamentale mettere in campo interventi strutturali di lungo periodo e politiche di adattamento al clima, cambiando allo stesso tempo l’approccio che fino ad oggi ha guidato la pianificazione della risorsa idrica.

Ma se i laghi italiani non godono di buona salute, la colpa è anche degli scarichi fognari non depurati. Con la campagna Goletta dei Laghi, Legambiente ha campionato 100 punti e di questi il 50% è risultato fuori dai limiti previsti dalla legge; senza contare i diversi rifiuti dispersi nell’ambiente ritrovati sulle rive durante i campionamenti. Nel 90% dei siti campionati i tecnici hanno registrato presenza di plastica, ma anche polistirolo, vetro, metallo, carta, rifiuti da mancata depurazione (come cotton fioc, assorbenti, blister di medicinali).

Insomma, è "fondamentale intervenire sulla qualità, dato che circa il 60% delle acque lacustri non ha raggiunto l’obiettivo fissato dalle direttive europee. Ritardi che, insieme a quelli sulla depurazione, oltre ad avere gravi conseguenze sugli ecosistemi lacustri, ci costeranno multe salate per le procedure di infrazione attivate dall’Europa nei confronti del nostro Paese - aggiunge Ciafani - I nostri dati confermano il problema della cattiva depurazione: chiediamo alle autorità competenti di intervenire applicando la nuova legge 68 del 2015 sugli ecoreati, che in diverse situazioni si è rivelata molto efficace anche su questo fronte”.

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