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Ambiente: 22 isole nel mondo 'green', puntano su 100% rinnovabili e sostenibilità

08 agosto 2017 | 14.49
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(Fotolia)
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Energia, acqua, economia circolare, mobilità. Dal Pacifico all’Atlantico, dai Mari del Nord all’Australia, 22 isole di tutto il mondo hanno raccolto la sfida della sostenibilità e si stanno impegnando nella transazione di uno scenario al 100% rinnovabile. Isole davvero green.

Quali sono? Le isole Scilly (Regno Unito), Green Island (Filippine), Kodiak Island (Usa), Hawaii (Usa), King Island (Australia), Orkney Island (Scozia), Jamaica, Graciosa (Portogallo), Capo Verde, Sumba (Indonesia), Tilos (Grecia), El Hierro (Spagna), Samso (Danimarca), Eigg (Scozia), Bonaire (Paesi Bassi), Bornholm (Danimarca), Pellworm (Germania), Tokelau (Nuova Zelanda), Aruba (Paesi Bassi), Muck (Scozia), Wight (Inghilterra), Gigha (Scozia).

Tanto per fare qualche esempio, nelle Isole Scilly, con un investimento di 10,8 milioni di sterline (circa 12 milioni di euro), si svilupperà un modello energetico e di mobilità innovativo che svilupperà piattaforme che consentono di utilizzare veicoli elettrici e batterie intelligenti per contribuire a bilanciare l'offerta e la domanda all'interno del sistema energetico delle isole.

Anche l'arcipelago delle Hawaii ha già iniziato il suo cammino verso un futuro sostenibile: già coperto per oltre il 23% il fabbisogno elettrico di energia grazie alle fonti rinnovabili, e la principale utility energetica dello Stato ha presentato un nuovo piano energetico che punta al 100% di energia pulita entro il 2045. La sfida: diventare la prima realtà degli Stati Uniti energeticamente indipendente. Ad oggi sono già stati installati 602 Mw tra impianti fotovoltaici ed eolici.

E in Italia? Anche le nostre 20 isole minori italiane hanno grandi potenzialità, e qualcuna comincia a percorrere la giusta strada. Esempi virtuosi sono Capri e Pantelleria, con una percentuale di raccolta differenziata rispettivamente del 56% e 45%; Ponza, che punta sulla mobilità sostenibile con cinque linee di autobus che raggiungono anche le spiagge più famose e il porto (frequenza, ogni 15 minuti), ed è possibile noleggiare biciclette elettriche; Capraia, che fissa obiettivi nelle nuove costruzioni per la bioedilizia e la permeabilità dei suoli (almeno il 25% della superficie) e ha incentivato il ricorso ai tetti verdi.

A tracciare il quadro è Legambiente che, in occasione di Festambiente, il festival nazionale dell’associazione ambientalista in corso a Rispescia, presenta il dossier “Isole sostenibili” che racconta esperienze virtuose, in Italia e nel mondo.

Per quanto riguarda le energie pulite, sulle isole minori italiane - rileva il dossier di Legambiente - in nessuna si arriva al 4% dei consumi elettrici, mentre nel resto d'Italia siamo al 35%. Ad esempio, sull’isola di Capri sono presenti 92,15 mq di solare termico; 11,9 kW di solare fotovoltaico e 32,3 kWt di biomasse; sono invece 25,94 i mq di solare termico installati nel Comune di Anacapri.

Ad Ustica i 29,33 kW di solare fotovoltaico sono distribuiti su 5 impianti privati. A Pantelleria i 470 kW di solare fotovoltaico sono distribuiti tra 69 impianti, di cui uno a concentrazione da 85kW (presso l'aeroporto) e gli altri installati sull’ospedale, una scuola, alberghi e edifici privati. Inoltre sono presenti due impianti minieolici. Nell’isola di Capraia sono installati 2.388 kWe di una centrale alimentata a biodiesel di importazione derivante da coltivazioni di soia, girasole e colza.

Insomma, a fronte di potenzialità rilevantissime di diffusione di solare e eolico, "i fabbisogni di energia sono garantiti oggi da vecchie, inquinanti e costose centrali a gasolio", rileva Legambiente che propone di approvare in ogni isola un piano per arrivare al 100% di energia da fonti rinnovabili, attraverso interventi di efficienza energetica, riduzione dei consumi e sviluppo di impianti puliti, con ruolo di supporto da parte del ministero dell’Ambiente e in coordinamento con le Soprintendenze.

Capitolo raccolta differenziata: isole minori ancora molto indietro con una media del 18% (dati Ispra e Comieco). I dati migliori di raccolta differenziata sono a Capri (56%) e a Pantelleria (45%), mentre molto preoccupanti sono quelli di Favignana (19%) e Lipari (13%). Poi c’è la partita mobilità, dove le isole stanno cercando di fare passi avanti incentivando il trasporto pubblico, il bike sharing, il trasporto elettrico. Ad esempio l’isola di Capri che ha recentemente attivato 3 navette elettriche e un servizio di bike-sharing gratuito con 15 bici a disposizione dei turisti in 3 diverse zone del porto.

Troppi ritardi riguardano la gestione delle risorse idriche e la depurazione. In diverse isole come Favignana, Isola del Giglio, Lampedusa, Linosa, Lipari, Pantelleria, Ustica, Capraia, Vulcano (dove è in corso di realizzazione) è diffuso l’utilizzo di impianti di dissalazione che però molto spesso non riescono comunque a coprire la domanda. In particolare nelle isole della Sicilia il 50% della fornitura di acqua avviene ancora con navi cisterna con costi elevati.

Drammatico è il ritardo nella depurazione, con sole sei isole che ne sono dotate (Tremiti, Capri, Lipari, Pantelleria, Ustica, Ventotene e Vulcano). Serve, sottolinea Legambiente, un modello di gestione della risorse idriche che punti a ridurre i consumi, a recuperare gli sprechi e le perdite nella rete di distribuzione.

“Oggi ci sono tutte le condizioni per realizzare un cambiamento positivo nelle isole minori", spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, per il quale bisogna spingere su tre fronti: puntare a un modello energetico al 100% rinnovabile sulle isole; realizzare un modello virtuoso di gestione della risorse idriche recuperando i gravi ritardi nella depurazione; spingere la raccolta differenziata dei rifiuti e il recupero dell’organico per la produzione di compost sull'isola.

Ma "è necessaria una cabina di regia nazionale per accompagnare ogni isola nella realizzazione di questi obiettivi, sbloccando gli interventi nelle fonti rinnovabili e nella depurazione, e superando i veti che oggi esistono per gli impianti solari e eolici”.

Due le novità normative su cui si può puntare per avviare questo cambiamento: il Decreto del ministero dello Sviluppo economico che incentiva le fonti rinnovabili nelle 20 isole minori non interconnesse alla rete elettrica; la legge che ha introdotto il contributo di sbarco sulle isole minori, che prevede di indirizzare le risorse per interventi di gestione e valorizzazione ambientale.

"Ma per sbloccare le rinnovabili serve ancora una Delibera dell'Autorità per l'energia - sottolinea Legambiente - e rispetto al contributo di sbarco troppe isole si muovono in ordine sparso".

Dal Festival di Rispescia, Legambiente lancia un osservatorio sui processi di sostenibilità nelle isole minori italiane, pensato proprio per raccontare quanto sta avvenendo nelle isole e avviare anche in Italia un confronto pubblico per far comprendere le opportunità che esistono e gli obiettivi che occorre porsi per incentivare questa rivoluzione.

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