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Territorio: disastri naturali, Italia settima tra i Paesi con più vittime

12 ottobre 2017 | 14.15
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Territorio: disastri naturali, Italia settima tra i Paesi con più vittime

Nel 2016 sono state 411 milioni le persone colpite dai disastri provocati dalle catastrofi naturali. Un numero quattro volte superiore al 2015, quando le persone colpite erano 98 milioni. In calo, al contrario, il numero di vittime, passate da 22.000 a 7600. A livello globale sono stati 301 i disastri naturali che hanno interessato 102 Paesi, provocando 97 miliardi di dollari di danni economici. E l’Italia è tra i dieci Paesi più colpiti, una triste classifica in cui occupiamo il settimo posto.

Sono i dati del Cred (Centre for the Epidemiology of Disaster) che fotografano l’impatto devastante dei disastri che hanno segnato il 2016. L’India è il Paese in cui è stato colpito, da catastrofi naturali, il maggior numero di persone: circa 311 milioni di persone hanno visto i propri raccolti distrutti dall’alternanza di siccità, ondate di calore e inondazioni. Le stime globali sono però solo indicative perché a causa delle difficoltà di raccolta dei dati nelle regioni più povere o con maggiori limitazioni politiche non sono stati registrate milioni di persone colpite dagli stessi fenomeni in Etiopia, Somalia e Malawi.

La Cina è invece il Paese dove le catastrofi naturali hanno provocato più morti, 1.151. Seguono India (884 morti) ed Ecuador (676 vittime causate dal terremoto). L’Italia si piazza al settimo posto della classifica per mortalità con 299 vittime causate dal terremoto del 24 agosto.

I killer: inondazioni, tempeste, terremoti e siccità

Il Consiglio Nazionale italiano Ingegneri stima che dal 1968 al 2014 l’Italia abbia speso circa 120 miliardi di euro per la ricostruzione post terremoti. Una cifra che equivale a 2,4 miliardi di euro all'anno. Il costo della prevenzione per rendere gli edifici pubblici e privati più sicuri e risparmiare vite umane sarebbe stato poco meno di 94 miliardi di euro. Solo le perdite dal terremoto in Centro Italia del 2016 sono state valutate dal Governo pari a 23,5 miliardi di euro.

Nel 2016 inondazioni e tempeste sono state responsabili del 71% delle morti correlate a catastrofi naturali, seguite dai terremoti (17%). La siccità però ha rappresentano il tipo di disastro naturale a più ampio spettro: ha coinvolto nel 2016 il 94% della popolazione dei paesi colpiti.

In Europa il numero delle inondazioni devastanti è più che raddoppiato dal 1980 a oggi, secondo la compagnia di assicurazione Munich Re. Sono stati 30 gli eventi nel 2016 contro i 12 del 1980, dati che rivelano una crescita continua che non accenna a fermarsi.

Migranti climatici, per l'Unhcr saranno 250 milioni nel 2050

Secondo le stime dell’Unhcr i migranti climatici, che già oggi toccano un picco mai registrato prima, potrebbero arrivare ad oltre 250 milioni nel 2050, con una media di crescita di 6 milioni ogni anno. Nel 2016, ricorda Alessandra Fantuzi, coordinatrice di Agire (il network di nove Ong di risposta all’emergenze), "si sono registrati oltre 24 milioni di nuovi sfollati ambientali, persone che hanno dovuto abbandonare le loro case a causa di disastri naturali e cambiamenti climatici".

Una situazione aggravata dal fatto che l’87% delle persone in stato di estrema povertà vive in Paesi a forte fragilità ambientale o politico-economica. E quando un disastro naturale si abbatte su Paesi che non hanno capacità di risposta e soccorso, si trasforma in una crisi umanitaria. È il caso, ad esempio, del Sud Sudan e di Haiti, colpiti rispettivamente da siccità estrema e uragani, che hanno assoluto bisogno di aiuto internazionale per far fronte alle emergenze.

Agire (Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze) in occasione della Giornata Internazionale delle Nazioni Unite per la Riduzione dei Disastri del 13 ottobre si unisce alla campagna Onu “Home, safe Home” per ridurre gli effetti più drammatici delle catastrofi. Investire in prevenzione e sistemi di allerta per proteggere l’ambiente e le persone che lo abitano, infatti, resta ancora il solo modo per evitare che i disastri naturali si trasformino in catastrofi e crisi umanitarie, causando migliaia di vittime e ingenti perdite economiche.

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