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Deposito rifiuti radioattivi, tutte le tappe

21 marzo 2018 | 15.48
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Deposito rifiuti radioattivi, tutte le tappe

Il nulla osta, da parte dei ministeri Sviluppo economico e Ambiente, per la pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) a ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi doveva arrivare entro il 20 agosto 2015. La richiesta a Sogin e Ispra di alcuni accertamenti tecnici ha fatto però slittare più volte la data. A giugno 2016, infatti, il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, assicurava che i tempi non sarebbero stati lunghi e che la pubblicazione sarebbe arrivata entro la fine dell’anno (2016, ndr).

Si arriva poi al 2017, quando il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, in audizione alla Commissione parlamentare di Inchiesta sul ciclo dei rifiuti e degli illeciti a esso connessi, assicurava la pubblicazione “entro il quarto trimestre”. Disattesa anche questa deadline si arriva al post elezioni del 4 marzo con Calenda che punta a dare l’ok alla pubblicazione entro la prossima settimana e proprio all’inizio di marzo, l'Ispra ha trasmesso la propria relazione ai ministeri competenti.

L’aggiornamento della relazione, si legge nella nota trasmessa dall’Ispra, “si è reso necessario a seguito della trasmissione all’Istituto, nello scorso mese di gennaio, da parte della Sogin, di una comunicazione, con allegata documentazione, riguardante alcune modifiche apportate alla proposta di Cnapi del 2015 in relazione ad alcuni aggiornamenti, intervenuti successivamente al 2015, nei database di riferimento utilizzati per l’elaborazione della proposta. L’Istituto ha pertanto proceduto alla verifica di conformità delle modifiche proposte con i criteri della Guida Tecnica n.29 ed alla validazione dei relativi risultati cartografici”.

La pubblicazione della Carta e quella contestuale del Progetto Preliminare apriranno una fase di consultazione pubblica e di condivisione che durerà 4 mesi e che culminerà in un Seminario Nazionale, dove saranno invitati a partecipare tutti i soggetti coinvolti ed interessati.

Il Deposito Nazionale è un’infrastruttura ambientale di superficie dove mettere in totale sicurezza i rifiuti radioattivi. La sua realizzazione consentirà di completare il decommissioning degli impianti nucleari italiani e di gestire tutti i rifiuti radioattivi, compresi quelli provenienti dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca.

Insieme al Deposito Nazionale sarà realizzato il Parco Tecnologico: un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, dove svolgere attività nel campo del decommissioning, della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile in accordo con il territorio interessato.

Il Deposito è una struttura con barriere ingegneristiche e barriere naturali poste in serie, progettata sulla base delle migliori esperienze internazionali e secondo i più recenti standard Aiea (Agenzia Internazionale Energia Atomica) che consentirà la sistemazione definitiva di circa 78 mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività.

Di questi rifiuti, circa 50.000 metri cubi derivano dall’esercizio e dallo smantellamento degli impianti nucleari per la produzione di energia elettrica e circa 28.000 dai settori della ricerca, della medicina nucleare e dell’industria. Sul totale di 78.000 metri cubi, circa 33.000 metri cubi di rifiuti sono già stati prodotti, mentre i restanti 45.000 metri cubi verranno prodotti nei prossimi 50 anni.

Il Deposito Nazionale ospiterà anche il complesso per lo stoccaggio temporaneo di lungo periodo (50 anni) di circa 16.600 metri cubi di rifiuti ad alta attività, derivanti dallo smantellamento delle installazioni nucleari e dalle attività medicali, industriali e di ricerca. Saranno custoditi, inoltre, circa 800 metri cubi di residui del riprocessamento del combustibile (separazione di materiale riutilizzabile dal rifiuto) effettuato all’estero e del combustibile non riprocessabile.

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