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Continua la strage di ranger nel Virunga

10 aprile 2018 | 15.07
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Continua la strage di ranger nel Virunga

Uccisi ieri in un’imboscata cinque ranger e una guida nel Parco Nazionale dei Vulcani Virunga, nella Repubblica Democratica del Congo. Un sesto ranger è stato ferito gravemente e attualmente è sottoposto a cure. Tutte le vittime erano giovani tra i 22 e i 30 anni. Si tratta della strage più drammatica dall’inizio della storia del parco dove, negli ultimi 20 anni, hanno perso la vita 175 ranger.

“Virunga ha perso degli uomini straordinariamente coraggiosi che erano profondamente impegnati a lavorare al servizio delle loro comunità - dichiara Emmanuel De Merode, direttore del Parco ferito in un attentato due anni fa - È inaccettabile che i ranger di Virunga continuino a pagare il prezzo più alto in difesa del nostro patrimonio comune e siamo devastati dal fatto che le loro vite siano state interrotte in questo modo. Inviamo le nostre più sentite condoglianze alle famiglie, alle mogli e ai figli che lasciano e ci impegniamo a creare un futuro migliore per la Repubblica Democratica del Congo”.

Sono molti gli interessi economici che in quest'aerea si scontrano con la conservazione: il bracconaggio così come l’uso criminale di altre risorse naturali (la legna delle foreste dei vulcani viene illegalmente trasformata in prezioso carbone) servono a finanziare una criminalità diffusa spesso collegata agli interessi dei signori della guerra.

Il Parco Nazionale dei Vulcani Virunga è la più antica area protetta africana, nata nel 1925 per difendere una biodiversità straordinaria tra cui un’importante popolazione degli ultimi 880 gorilla di montagna. Il Wwf è impegnato a sostenerne il parco con progetti rivolti alle comunità locali e alla protezione di specie e habitat sin dal lontano 1960. Per le sue straordinarie caratteristiche naturali il parco è stato inserito nel 1975 nella lista dei siti patrimonio dell’Umanità (World Heritage Site).

La protezione di questi 780 km quadrati di foreste e savane, vulcani attivi e laghi, dove vivono gli straordinari gorilla di montagna è da sempre la sfida di persone eccezionali. Fra queste montagne trovò la morte (uccisa molto probabilmente dagli stessi bracconieri che tentava di combattere) Diane Fossey, segnando l’inizio di una lunga battaglia contro interessi criminali che mirano alle tante risorse naturali del parco.

Per difendere il parco del Virunga dalle estrazioni petrolifere, il Wwf lanciò nel 2014 una campagna di denuncia, ottenendo l’impegno del governo della Repubblica Democratica del Congo e delle compagnie petrolifere a rispettare il santuario del gorilla.

“Nato per proteggere gli ultimi gorilla di montagna dai bracconieri e dalla violenza dell’uomo in un’area insanguinata da guerre e conflitti - ricorda Isabella Pratesi, direttore Conservazione del Wwf - oggi il parco del Virunga è un vero miracolo pulsante di vita, di biodiversità ma anche di scuole, di piccole economie, di energia sostenibile, di posti di lavoro: rappresenta la possibilità di un futuro diverso nel cuore dell’Africa per migliaia di famiglie. Un grande esempio di conservazione ed economia verde in un continente devastato”.

“Per difendere tutto questo e garantire un futuro agli ultimi gorilla di montagna dobbiamo diventare ‘tutti rangers’ del parco del Virunga, unendoci all’incredibile battaglia che questo piccolo grande parco sta portando avanti, a costo della vita dei suoi eroi”, conclude Pratesi.

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