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Ambiente: il 2018 di Greenpeace, dalla tutela dell'Antartico alla Cop24

31 dicembre 2018 | 09.04
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 - © Paul Hilton / Greenpeace
- © Paul Hilton / Greenpeace

Un anno, quello che sta per concludersi, iniziato per con una spedizione scientifica di tre mesi in Antartico per accendere i riflettori sulla bellezza e la fragilità di un’area minacciata dalle attività umane e dai cambiamenti climatici; concluso con la Cop24 che ha visto i leader del Pianeta incontrarsi in Polonia, senza riuscire a fissare obiettivi mirati ad aumentare ambizioni e azioni di contrasto ai cambiamenti climatici. E' il 2018 di Greenpeace, come sempre all’insegna di battaglie nonviolente in difesa del Pianeta, in Italia e a livello globale.

Partiamo dalla spedizione tra i ghiacci antartici: anche se lo scorso novembre la Commissione per la conservazione delle risorse marine dell’Antartide ha rigettato la proposta, sostenuta anche da Greenpeace, per l’istituzione del santuario marino più grande del mondo nel Mare di Weddel, la tutela del Polo Sud resta un importante obiettivo per l’organizzazione ambientalista.

Un'altra battaglia cara all'associazione ambientalista è quella per la tutela di ecosistemi come le foreste pluviali. Tra le importanti vittorie ottenute nell’arco di quest’anno da Greenpeace, c’è infatti la pubblicazione da parte di Wilmar, uno dei più grandi produttori di olio di palma al mondo, di un piano d’azione dettagliato per mappare e monitorare i propri fornitori, per contrastare la deforestazione nel Sud est asiatico.

Dodici mesi dedicati anche alla difesa degli oceani, con la lotta all’inquinamento da plastica e importanti risultati sul fronte della pesca sostenibile, come l’impegno chiaro e ambizioso del colosso del mercato europeo Bolton Food, primo in Italia con il marchio Rio Mare, per ridurre gli impatti ambientali della pesca al tonno che finisce nei propri prodotti.

E infine, la Cop24. Ma se dal summit, per Greenpeace non sono arrivate le risposte attese sul fronte del contrasto ai cambiamenti climatici, passi concreti per abbandonare il carbone e difendere il clima li ha compiuti invece Generali, uno dei maggiori gruppi assicurativi europei, dopo un anno di intensa campagna condotta da Greenpeace e Re:Common, supportate da decine di migliaia di persone che hanno aderito al loro appello.

"Quello che si sta per concludere è stato un anno pieno di traguardi, novità, manifestazioni, speranze, azioni - dichiara Alessandro Giannì, delle Campagne di Greenpeace Italia - Ci sono state anche delle delusioni, ma non saranno certo queste ultime a fermarci. Se questo 2018 è stato così intenso, combattivo e proficuo è grazie a chi ci sostiene con convinzione. Ed è questa la forza che ci spinge ad affrontare il 2019 con rinnovata energia, per continuare a denunciare i crimini ambientali con ancora maggiore determinazione".

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