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Turismo: in vacanza all'Elba, le 10 cose da fare

08 agosto 2019 | 18.33
LETTURA: 4 minuti

Il lago rosso delle Conche (Foto R.Ridi 2008)
Il lago rosso delle Conche (Foto R.Ridi 2008)

Visitare il lago rosso, nuotare attorno al relitto di una nave naufragata, avvistare balene. Per chi ha scelto l'Isola d'Elba come meta per le proprie vacanze, ecco le 10 cose da fare per rendere unica l'esperienza, a contatto con la natura.

Passeggiare su 'Marte', la visita al lago rosso delle Conche. Paesaggio marziano per questo lago di origine mineraria dalle tonalità di rosso e di giallo, contrapposte al verde che circonda la zona. Lo specchio d’acqua si trova sotto strada ed è nascosto da una fitta vegetazione mediterranea: si lascerà intravedere solo quando ci sarete arrivati proprio davanti. L’escursione è possibile anche in e-bike.

Guardare il panorama dall’antica fortezza del Volterraio, soprattutto al tramonto: 395 metri di altezza, incastonata nella roccia e offre una vista sulle isole dell’Arcipelago Toscano.

Cambiare ogni giorno spiaggia, tanto tutte sono raggiungibili in poco più di mezz’ora: la Biodola o Cavoli, Padulella o Sansone, e si può scegliere tra sabbia o rocce. Sant’Andrea è perfetta per gli appassionati di snorkeling, Marina di Campo per le famiglie. E per chi volesse farsi un’idea prima della partenza, basta collegarsi a #ElbaSmartExploring per una passeggiata “virtuale” a 360 gradi.

Immergersi nel relitto di una nave naufragata: dalla spiaggia di Ogliera, non lontana da Pomonte, si può partire per l’avventurosa immersione nei pressi del relitto dell'Elviscot, raggiungibile a nuoto, che appassiona sub e snorkelisti. La nave, naufragata sugli scogli quasi 50 anni fa, richiama appassionati e curiosi.

Avvistare le balene in barca a vela. Guidati da un’educatrice ambientale esperta di cetacei si possono commentare gli avvistamenti e conoscere le 8 specie di cetacei che popolano l’area marina dell’Arcipelago Toscano, oltre che apprendere le basi della navigazione a vela nel rispetto del mare. L’Isola d’Elba è situata al centro del Santuario dei Cetacei Pelagos, la prima area marina protetta internazionale del Mediterraneo che nasce da un accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco per la protezione dei mammiferi marini. Quest’anno le balene sono state avvistate anche vicino alla riva.

Fare sport: bici, tennis, windsurf, trekking, vela, golf o ebike, l'Elba offre percorsi e campi attrezzati per gli appassionati di sport, soli o in famiglia e per tutti i gusti.

Seguire le tracce delle tartarughe marine: le Caretta caretta negli ultimi anni hanno scelto le spiagge dell’isola per deporre le uova. Si può andare a caccia di tracce e collaborare alla difesa delle uova, proteggendo la schiusa (in caso di avvistamento, è importante allertare subito la Guardia Costiera e avvisare i referenti del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano).

Visitare le miniere di ferro. Miniera di magnetite del Ginevro, unica miniera in galleria ancora visitabile sull’isola è il giacimento più grande d’Europa ed è considerata una riserva strategica di ferro dallo stato italiano, tanto da essere tutt’ora tutelata per la sua importanza. Muniti di caschetto e di spirito d’avventura, grazie all’aiuto delle guide, si potrà scendere “nella pancia dell’isola” immergendosi in una visita esperienziale, scoprire come vivevano i minatori, in un percorso tra i cunicoli e gli spazi comuni della miniera.

Visitare il Santuario delle farfalle che si trova sul crinale che congiunge il monte Perone alla vetta del Capanne. Giasone, Macaone, Cleopatra, Silvano Azzurro e Vanessa del Cardo e Vanessa Atlanta, sono i nomi di alcune delle specie che abitano l’isola, che di notte si trasforma nel regno delle falene: dalle più piccole all’imponente Saturnia del Pero, la cui vita non dura che un’estate.

Bere il vino degli etruschi, l’aleatico, di cui andava matto Napoleone. Docg dal 2011, la sua origine si perde nelle origini dell’isola: già gli etruschi avevano creato delle vasche per la raccolta dell’uva. Dal colore brillante, questo vino è realizzato secondo un processo rigorosamente naturale, tramandato da generazioni: si produce soltanto con l'essiccazione degli acini di vite aleatico. Da 100 kg di uva si ricavano al massimo 22 litri di vino.

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