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Disastri in Asia-Pacifico, sempre più frequenti e intensi

22 agosto 2019 | 15.20
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(Xinhua)
(Xinhua)

L'intensificazione e il cambiamento della geografia dei rischi da catastrofe naturale nella regione Asia-Pacifico segnalano "una nuova realtà climatica". E' quanto emerge dall'ultimo rapporto dalla Commissione economica e sociale per l'Asia e il Pacifico (Escap) delle Nazioni Unite.

Il Rapporto 2019 sulle catastrofi nell'area Asia-Pacifico (Asia-Pacific Disaster Report 2019) rivela che le recenti catastrofi, in particolare quelle provocate dai cambiamenti climatici e dal degrado ambientale, si sono discostate dai loro normali binari e stanno crescendo in intensità, frequenza e complessità.

Nel 2018 - si legge - quasi la metà delle 281 catastrofi naturali in tutto il mondo si sono verificate nella regione, comprese 8 delle 10 più mortali. Secondo il rapporto, una media di 142 milioni di persone nella regione sono state colpite ogni anno dal 1970, ben al di sopra della media globale di 38 milioni.

Per la prima volta, il rapporto sulle catastrofi in Asia-Pacifico include i costi delle catastrofi a insorgenza lenta, in particolare la siccità che si traduce in un quadruplo delle perdite economiche annuali rispetto alle stime precedenti. La perdita economica annuale per l'Asia-Pacifico - rivela il Report - è di 675 miliardi di dollari statunitensi, pari a circa il 2,4% del Pil della regione, di cui 405 miliardi di dollari (60%) sono perdite agricole legate alla siccità che incidono in modo sproporzionato sui poveri delle aree rurali.

"I Paesi di tutta la regione si sono impegnati a raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) entro il 2030 per garantire che nessuno venga lasciato indietro. Ma non possono raggiungere molti degli obiettivi se la loro gente non è protetta da catastrofi che minacciano di invertire i miglioramenti nello sviluppo duramente conquistati", ha dichiarato il sottosegratrio Onu e segretario esecutivo dell'Escap Armida Alisjahbana durante la presentazione del rapporto a Bangkok.

"Ciò significa non solo costruire la resilienza in zone prioritarie, ma farlo nell'intera regione, raggiungendo le comunità più marginali e vulnerabili", ha aggiunto.

Le comunità vulnerabili ed emarginate sono tra le più colpite dalle catastrofi nella regione e le previsioni indicano che il numero di persone che vivono in condizioni di estrema povertà entro il 2030 potrebbe raddoppiare a 123 milioni.

"Questo non è inevitabile. I governi possono interrompere questo circolo vizioso investendo per superare il rischio di catastrofi e il rapporto mostra che gli investimenti saranno molto più piccoli dei danni e delle perdite derivanti da catastrofi non mitigate", ha affermato Alisjahbana.

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