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Scuola: Wwf, a fine anno rischiamo 68 mln di mascherine disperse

14 settembre 2020 | 15.43
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Scuola: Wwf, a fine anno rischiamo 68 mln di mascherine disperse

A fine anno scolastico rischiamo di fare i conti con 68 milioni di mascherine disperse, se non gestite correttamente: praticamente 270 tonnellate di plastica che finiscono in natura, l'equivalente di 100mila bottigliette al giorno. E' la denuncia del Wwf nel giorno in cui la campanella di scuola torna a suonare per molti studenti italiani che da oggi, in diverse regioni, tornano in classe dopo lo stop imposto dall’emergenza sanitaria legata al Covid-19.

Secondo gli ultimi dati del ministero dell’Istruzione, in Italia ci sono circa 8,6 milioni di studenti nella scuola e per 7 milioni di questi sussiste l’obbligo di indossare la mascherina. Saranno necessarie quindi non meno di 7 milioni di mascherine al giorno, sebbene il ministero abbia annunciato che ne distribuirà 11 milioni al giorno destinate anche al personale docente e non: facendo un rapido calcolo significa una quantità pari a circa 44 tonnellate di polimeri plastici, principalmente polipropilene, poliestere, utilizzati e smaltiti ogni giorno nelle nostre scuole.

Se anche solo 1 ragazzo per classe (il 5% della popolazione studentesca all’incirca) disperdesse volontariamente o accidentalmente la propria mascherina, ogni giorno verrebbero rilasciate in natura 1,4 tonnellate di plastica: ciò significa che a fine anno scolastico sarebbero disperse in natura oltre 68 milioni di mascherine per un totale di oltre 270 tonnellate di rifiuti plastici non biodegradabili in natura. È come se gettassimo ogni giorno dell’anno scolastico 100mila bottigliette di plastica in natura.

Se queste proiezioni (fatte al ribasso) si realizzassero significherebbe che oltre all’emergenza sanitaria ci troveremmo a dover affrontare anche una emergenza ambientale che il Wwf definisce "senza precedenti".

"Avrebbe avuto più senso promuovere alternative più sostenibili come per esempio mascherine riutilizzabili e lavabili certificate e validate dallo stesso ministero della Salute, attraverso l'Istituto Superiore di Sanità, che sono equiparabili per sicurezza alle mascherine chirurgiche monouso - fa sapere il Wwf - Queste mascherine possono essere una valida alternativa al monouso, accompagnate da informazioni sulle modalità di igienizzazione, lavaggio, scadenza".

Per rispondere a problematiche che vanno dalla necessità di approvvigionamento, allo smaltimento di ingenti quantitativi di rifiuti indifferenziati fino al rischio di abbandono nell'ambiente dei dispositivi di protezione individuale, per l'associazione servirebbe una filiera circolare per le mascherine monouso, che vada dalla progettazione (partendo dall’individuazione di materiali sicuri, efficaci e facilmente riciclabili) alla raccolta e al riciclo fino alla re-immissione nel ciclo produttivo del materiale recuperato.

Secondo quanto stabilito dall’Istituto Superiore di Sanità, infatti, allo stato attuale, l'unica possibilità di smaltimento delle mascherine per uso civile è di conferirle nella raccolta indifferenziata.

Per sensibilizzare gli studenti e attirare la loro attenzione su questo problema, evitando che trovare mascherine in prati, laghi, fiumi o spiagge diventi tragica normalità, il Wwf Italia lancia oggi una campagna di sensibilizzazione dal titolo "Non deve finire così" che chiede a tutti gli studenti, gli insegnanti, al personale scolastico e ai genitori di condividere. E chiede ai dirigenti scolastici di affiggere le locandine, che verranno inviate a tutte le scuole in formato elettronico, in modo da richiamare l’attenzione degli studenti sul tema.

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