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Roma: slow e green, il Quadraro da 'borgata ribelle' a quartiere di tendenza

14 gennaio 2016 | 16.44
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Roma: slow e green, il Quadraro da 'borgata ribelle' a quartiere di tendenza

Autoproclamata "Zona 30", pacchetti per viaggiatori "slow", le più importanti firme della street art, locali di tendenza ma anche una riqualificazione edilizia all'insegna della sostenibilità che valorizza la tradizione di un quartiere, il Quadraro, che da borgata della periferia sud di Roma, lontana dal centro e dagli itinerari turistici tradizionali, sta vivendo la sua rinascita e fa tendenza attirando l'attenzione di architetti, creativi e tour operator. (Il Quadraro tra arte e storia, guarda le foto)

Ultima novità, in ordine di tempo, il Quadraro (la "borgata ribelle", il "nido di vespe") entra da protagonista nel progetto del Grab, il Grande raccordo anulare delle bici di Roma, la ciclabile urbana più lunga del mondo (44,2 km) che collega il Maxxi all'Appia Antica, il centro alla periferia. Dal 16 gennaio il tour operator Un’altracosa Travel propone due itinerari dedicati al Grab che hanno proprio il Quadraro come punto nevralgico.

Uno parte dal Colosseo, attraversa il Parco Naturale regionale dell’Appia Antica, il Parco degli Acquedotti e arriva al Quadraro per ammirare la street art che colora il quartiere; l’altro parte proprio dal Quadraro, percorre un tratto della via Appia Antica in direzione del centro città, attraversa il fiume Almone e un tratto di strada romana e torna al punto di partenza del giro, a Porta Furba. Itinerari alla scoperta di un "museo a cielo aperto" nella "culla della street art".

Andrebbe però ricordato che prima di essere "culla della street art", il Quadraro è un quartiere che ha avuto un ruolo importante nella storia della città pagando un tragico dazio alla Seconda Guerra Mondiale con il rastrellamento del 17 aprile del 1944 durante il quale i tedeschi deportarono 947 uomini nei campi di concentramento in Germania. L'episodio a Roma fu, per dimensioni, secondo solo al rastrellamento del Ghetto del 16 ottobre 1943 che fece 1.259 deportati.

Senza questo tragico evento, è bene ricordarlo, il quartiere non sarebbe "culla della street art", visto che i murales che oggi colorano le sue strade e le sue case in gran parte celebrano proprio il ricordo del rastrellamento del '44, ricordato anche da un monumento e diverse targhe. I murales rappresentano oggi la collezione di MURo, il Museo di Urban Art di Roma a cielo aperto, pubblico e gratuito, che nasce e "dal basso" e che ha sede proprio al Quadraro.

Questa collezione che comprende 21 lavori realizzati dalle firme più importanti della street art è parte degli itinerari dedicati al Grab e che porteranno i turisti in bicicletta in un quartiere che ha la singolare caratteristica di essersi anche autoproclamato "Zona 30" (zona il cui limite di velocità è fissato a 30 km/h), come si legge nel cartello firmato dai residenti del Quadraro vecchio posto a uno degli ingressi della borgata.

Quartiere che ha anche la caratteristica di aver mantenuto il suo aspetto originale, con le case e gli edifici tradizionali che oggi ospitano anche associazioni culturali, locali di tendenza e gallerie d'arte. I suoi edifici e le case sono oggetto da qualche anno di un'originale operazione che, nel rispetto della forma originale e del contesto, mette in campo le più originali tecniche di efficientamento e riqualificazione edilizia.

E' così che il quartiere vanta alcuni esempi unici come la prima e unica "casa di paglia" della Capitale, realizzata dagli architetti e progettisti di Bag officinamobile, attivi nell'ambito della bioarchitettura e del risparmio energetico che hanno fatto rivivere così l'antica locanda Il Galletto, per anni ritrovo degli abitanti del quartiere periferico della Capitale.

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