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Nascono le ‘Officine del Grafene’, 30 tonnellate annue di capacità produttiva

23 giugno 2014 | 14.20
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E’ nel Parco Scientifico Tecnologico ComoNext di Lomazzo il più grande impianto europeo per la generazione di fogli di grafene altamente puro

(Wikipedia)
(Wikipedia)

Il più grande impianto europeo per la generazione di fogli di grafene altamente puro si trova in Italia, nel Parco Scientifico Tecnologico ComoNext di Lomazzo, inaugurato oggi da Directa Plus, la prima società tecnologica italiana ad avere sviluppato un processo innovativo (il G+) brevettato e approvato per la produzione industriale di grafene. Sono le ‘’Officine del Grafene’’, nuovo centro industriale dalla capacità produttiva di 30 tonnellate annue, progettato per essere replicabile ed esportabile: entro il prossimo anno, sarà realizzato un nuovo impianto in Thailandia e poi un altro in Europa.

Una resistenza meccanica 50 volte superiore a quella dell’acciaio, più del doppio della conducibilità termica del diamante, una densità pari alla metà dell’alluminio. E poi conducibilità elettrica, trasparenza, leggerezza, flessibilità. Sono alcune delle proprietà del grafene, ‘’il materiale delle meraviglie’’ scelto dall’Ue come la tecnologia strategica dei prossimi 10 anni. E infatti il mercato globale legato alle sue applicazioni è in forte espansione: solo nel 2012 sono stati depositati più di 3.000 brevetti e la richiesta mondiale di grafene, oggi stimata attorno alle 150-200 tonnellate l’anno, si prevede che supererà le mille tonnellate al 2020.

Nelle ‘’Officine del Grafene’’, il processo G+ (italo-americano il suo inventore, Robert Angelo Mercury) prevede diverse fasi, in ciascuna delle quali si genera un prodotto a base di grafene che trova applicazione in uno specifico campo: dal ‘livello’ di grafene che può essere utilizzato per la depurazione delle acque (assorbe gli idrocarburi) o dell’aria, a quello utile per la realizzazione di elastomeri e nelle applicazioni di tutto ciò che è gomma.

E a proposito di gomma, in occasione dell’inaugurazione dell’impianto è stato presentato anche il primo prodotto realizzato da un’azienda con il grafene delle Officine, un pneumatico per bicicletta che ha, tra i vantaggi, quello di migliorare il rotolamento, una maggiore resistenza meccanica e una maggiore leggerezza che significa anche più competitività (su un cronometro di 50 km con questo pneumatico si genera un vantaggio di 40’’ di tempo).

L’impianto del Parco Scientifico Tecnologico ComoNext è stato ideato secondo una filosofia che prevede zero emissioni, zero scarti e limitato uso di energia. Ad esempio, il calore generato dal plasma viene poi utilizzato per essiccare il liquido, e se in ogni fase del processo si genera un semilavorato che viene in parte commercializzato, ciò che resta viene utilizzato nella fase successiva. Considerando che gli effetti del grafene e delle nanoparticelle sulla salute umana e sull’ambiente non sono ancora del tutto conosciuti, e ciò che non è noto può essere pericoloso, Directa Plus adotta un approccio volto a minimizzare l’esposizione ai nanomateriali prodotti e a ridurre l’impatto ambientale.

Durante l’intero processo produttivo G+, vengono adottate procedure e misure di sicurezza per evitare eventuali fattori di rischio. In più, Directa Plus collabora con le università di Milano, Pavia, Milano-Bicocca, Insubria e la fondazione ‘’Don Gnocchi Onlus’’ all’interno del progetto ‘’The Mulan program: Multilevel Approch to the study of Nanomaterials health and safety’’ con l’obiettivo di promuovere la ricerca riguardante l’impatto dei materiali a base grafene sulla salute umana e negli ambienti lavorativi.

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