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Energia: progetto Iter, italiano uno dei magneti più grandi e avanzati

17 giugno 2016 | 15.11
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Sarà totalmente made in Italy uno dei magneti di maggiori dimensioni e più tecnologicamente avanzati mai realizzati, destinato alla costruzione di Iter, il più grande impianto mondiale per la fusione nucleare in via di realizzazione in Francia. Si tratta di una gigantesca bobina a forma di “D”, costituita da cavi superconduttori, del peso di oltre 300 tonnellate, che l’italiana Asg Superconductors sta costruendo nei suoi stabilimenti di La Spezia.

Lo sviluppo dei cavi superconduttori ha visto il coinvolgimento dell’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, nel ruolo di coordinatore del consorzio Icas (Italian Consortium for Applied Superconductivity), nato a fine 2010 a seguito dell’aggiudicazione della gara di appalto per la fornitura dei cavi superconduttori per i magneti necessari al confinamento del plasma in Iter.

La superbobina è la prima di altre nove da realizzarsi nel nostro Paese ed è finanziata da Fusion for Energy (F4E), l’organizzazione dell’Unione europea incaricata di sostenere il programma Iter per la parte europea; in quest’ambito sono stati firmati contratti con l’industria italiana contratti per circa 800 milioni di euro per attività di ricerca e sviluppo e produzione di vari componenti a partire dal 2008.

“Il grande successo dell’industria italiana nel campo della fusione - dichiara Aldo Pizzuto, responsabile Enea del Dipartimento Fusione Nucleare e Tecnologie per la Sicurezza Nucleare - dimostra come la nostra industria manifatturiera sia competitiva a livello mondiale anche in settori high-tech. Un risultato ottenuto grazie alla lungimiranza di chi ha investito e creduto nella possibilità di vincere sfide difficilissime e ha saputo fare sistema con la ricerca pubblica, in particolare nel campo della fusione dove l’Italia figura tra i Paesi leader”.

La ‘super bobina’ dovrà creare uno ‘scudo’ magnetico circolare, in grado di intrappolare e compattare il plasma incandescente alla temperatura record di 150milioni di gradi centigradi, tenendolo lontano dalle pareti del serbatoio di Iter.

Per Alessandro Bonito-Oliva, responsabile del progetto sui magneti per Fusion for energy, e per il suo team si è trattato di un traguardo estremamente importante. “Grazie alla nostra determinazione nel rispettare i tempi ristretti per i magneti e all’eccellente collaborazione tra F4E e i suoi fornitori, ci stiamo avviando verso la realizzazione della prima bobina europea per campi toroidali. Veder prendere forma un magnete di tale complessità dimostra che siamo in grado di fornire uno dei sistemi tecnicamente più complessi di Iter. Ed è anche una prova della buona collaborazione tra le varie parti coinvolte in questo progetto unico nel suo genere”.

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