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Ricerca: egida Unesco alla 'biblioteca dei ghiacci'

14 marzo 2017 | 13.06
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Carottage Col du Dôme (2016 © Sarah Del Ben Wild Touch Fondation UGA)
Carottage Col du Dôme (2016 © Sarah Del Ben Wild Touch Fondation UGA)

Il progetto Ice Memory esce dai confini europei e lancia a livello globale la sfida per salvare la più importante 'biblioteca' della storia del clima e dell’ambiente, quella composta dalle ‘carote di ghiaccio’ estratte dai ghiacciai minacciati dai cambiamenti climatici che gli scienziati sono in grado di ‘decifrare’ con tecniche di anno in anno sempre più avanzate.

Nato da un’idea italo-francese grazie ai paleoclimatologi Carlo Barbante, direttore dell’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Consiglio nazionale delle ricerche (Idpa-Cnr) e professore all’Università Ca’ Foscari Venezia, e Jérôme Chappellaz del Cnrs, il progetto oggi coinvolge scienziati da Stati Uniti, Russia, Bolivia, Brasile, Svezia, Svizzera, Austria, Germania, Giappone e Cina.

Oltre ai fondatori italiani e francesi, scendono infatti in campo scienziati da tutto il mondo, sotto l’egida dell’Unesco, che nei giorni scorsi li ha accolti a Parigi per sancire il sodalizio e programmare le prossime, urgenti, missioni.

Due gli obiettivi del 2017. A maggio la meta saranno i 6.300 metri di quota dell’Illimani, in Bolivia. In autunno il team italiano coordinerà la missione sul Gand Combin (Svizzera, 4.300 metri). Scopo delle spedizioni è raccogliere campioni di ghiaccio da conservare nel gelo naturale dell’Antartide (presso la base Concordia gestita dal Pnra), terra di scienza e di pace, a beneficio delle prossime generazioni di scienziati.

“Ice Memory rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione internazionale a livello mondiale che Ca' Foscari ha promosso e sostenuto sin dalle fasi iniziali del progetto – dichiara Michele Bugliesi, rettore dell’Università Ca’ Foscari Venezia - L’implementazione di protocolli internazionali, sotto l’egida dell’Unesco potrà dare a Ice Memory la forza e la visibilità per proiettarlo verso il futuro”.

“L’Italia è stato il Paese che ha promosso questo progetto internazionale e il Cnr, con la sua rete scientifica sul territorio italiano e nel mondo, tra cui le basi in Artide e Antartide, sta contribuendo in modo sostanziale all'implementazione di Ice Memory - commenta Massimo Inguscio, presidente del Consiglio nazionale delle ricerche - Le informazioni contenute nel ghiaccio sono un patrimonio mondiale di valore inestimabile per le generazioni future di scienziati, per la salvaguardia del pianeta e per il benessere dell’umanità”.

Carlo Barbante, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia e direttore Idpa-Cnr, commenta: “Come scienziati abbiamo firmato oggi una dichiarazione congiunta che sottolinea in modo chiaro ed inequivocabile che i ghiacciai di tutto il mondo sono a rischio di scomparsa nei prossimi decenni e che quindi sia estremamente urgente salvare le informazioni in essi contenute”.

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