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8 marzo

La parità? E' tecnologica

08 marzo 2018 | 14.44
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 - (Fotolia)
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L'innovazione tecnologia nel campo dell'informazione e della comunicazione può svolgere un ruolo fondamentale per favorire la conquista, da parte delle donne delle aree rurali, di potere decisionale, voce e status sociale, aiutandole a inserirsi nelle catene del valore e nello sviluppo di imprese e aumentando le loro possibilità di accedere a istruzione e informazione. Lo sottolineano il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad), l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e il Programma alimentare mondiale (Pam).

Molte donne, in particolare le ragazze che vivono lontano dai centri urbani, non hanno accesso a risorse produttive quali terra, credito e tecnologia. Le donne sono svantaggiate in termini di accesso alle Ict e nei Paesi a basso o medio reddito solo il 41% delle donne possiede un telefono cellulare, rispetto al 46% degli uomini. Quasi due terzi delle donne che vivono nelle regioni dell’Asia orientale e meridionale non possiedono un cellulare.

Le donne delle aree rurali spesso non hanno accesso a servizi sanitari, istruzione, posti di lavoro dignitosi e sistemi previdenziali. Di conseguenza, hanno molte più probabilità di essere povere e sono vulnerabili rispetto ai bruschi cambiamenti economici e alle calamità naturali.

Le Ict possono fare molto. Cellulari e smartphone, ad esempio, forniscono accesso a informazioni in tempo reale sui prezzi nei diversi mercati e permettono di fare scelte più consapevoli su dove e quando vendere e comprare.

“All’Ifad abbiamo riscontrato come le tecnologie di informazione e comunicazione, se correttamente progettate, accessibili e utilizzabili, possano essere potenti catalizzatori per garantire un maggior potere decisionale alle donne in ambito politico e sociale nonché la promozione delle pari opportunità”, spiega Gilbert F. Houngbo, presidente dell’Ifad, in occasione dell'incontro organizzato presso la sede romana del Fondo nella Giornata internazionale della donna.

In Mozambico e in Tanzania, Ifad sostiene un progetto che offre istruzione finanziaria e formazione all’uso degli strumenti tecnologici a gruppi di agricoltori, di cui oltre il 50% gestiti da donne, per aiutarli a passare dall’uso dei contanti alla gestione dei pagamenti elettronici. In questo modo, sono anche più informati sui prezzi di mercato e possono quindi aumentare i loro profitti e mettere da parte dei risparmi.

Per il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, “l’aumento globale delle informazioni ha notevolmente sfavorito le donne povere che vivono nelle aree rurali, che spesso si trovano dalla parte sbagliata del divario digitale: perché vivono in Paesi in via di sviluppo, lontane dai centri urbani, e perché sono donne. Se si vogliono perseguire gli interessi e soddisfare le necessità delle donne e delle ragazze delle aree rurali, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono potenzialmente molto utili per promuovere le pari opportunità e il miglioramento delle condizioni di vita nelle campagne".

La Fao, attraverso l’iniziativa dei Dimitra Club, sta promuovendo azioni collettive e la partecipazione alle attività di sviluppo da parte di abitanti dei villaggi, in particolare donne, nelle comunità più isolate della Repubblica Democratica del Congo e del Niger. Combinando i canali tradizionali di comunicazione con le Ict e collaborando con stazioni radio delle comunità locali, i club sono diventati agenti di cambiamento in ambito agricolo, ma anche rispetto ad altri aspetti della società, affrontando argomenti delicati come la violenza sulle donne, Hiv/Aids e i matrimoni precoci.

La tecnologia digitale, insomma, "può trasformare la vita delle persone, se la mettiamo nelle mani di chi ne ha bisogno - aggiunge David Beasley, direttore esecutivo del Pam - ed è per questo che lavoriamo con impegno ogni giorno per contribuire ad aumentare le possibilità delle donne delle aree rurali di accedere a tale tecnologia. E ogni volta che una di queste contadine usa una app del Pam per vendere il proprio raccolto, migliora la prosperità della sua famiglia e della comunità in cui vive e si sarà fatto un passo avanti verso le pari opportunità”.

Scope, la piattaforma digitale per la gestione dei beneficiari del Pam, con 26 milioni di iscritti, contribuisce a garantire che venga fornita l’assistenza adatta, alle persone giuste, nel modo migliore. In Bangladesh, tra i rifugiati del Myanmar, è la donna più anziana di ogni famiglia che riceve una dotazione mensile per comprare riso, lenticchie e verdure dai commercianti di zona contrattati dal Pam. Questo contribuisce a salvaguardare maggiormente la sicurezza delle donne e delle ragazze e fa anche sì che abbiano carichi più leggeri da portare a casa.

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