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Lana e cashmere rigenerati, con Rifò l'outfit è sostenibile

26 ottobre 2018 | 14.11
LETTURA: 3 minuti

Nella foto Niccolò Cipriani e Clarissa Cecchi, fondatori di Rifò
Nella foto Niccolò Cipriani e Clarissa Cecchi, fondatori di Rifò

Proporre un modello di moda sostenibile, sostenuto dall’innovazione tecnologica e capace di proporre un prodotto tessile di alta qualità e 100% made in Italy: è questo l’obiettivo con cui nasce Rifò, il brand italiano di abbigliamento sostenibile, che lancia la nuova collezione A/I 2018-2019 di maglieria e accessori realizzati interamente con fibre tessili recuperate da vecchi indumenti raccolti tra Italia, Europa e Stati Uniti.

Fondata nel dicembre 2017 da Niccolò Cipriani e Clarissa Cecchi, entrambi pratesi, la startup, che aveva già raccolto un finanziamento iniziale grazie al crowdfunding, si prepara a lanciare il brand e la collezione a/i 2018/2019 dopo aver partecipato alla terza edizione del programma di accelerazione Hubble, promosso da Fondazione CR Firenze e realizzato appunto da Nana Bianca con Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione dell’Università degli Studi di Firenze.

“Rifò nasce da una mia esperienza personale in Vietnam, dove ho lavorato per l'Agenzia Italiana della Cooperazione allo Sviluppo in tematiche legate all'imprenditoria sociale, microcredito e formazione professionale” racconta Niccolò Cipriani, founder della startup, un background nella cooperazione e nello sviluppo sostenibile e una tradizione familiare radicata nell’industria tessile.

“Le strade di Hanoi sono piene di negozi dal nome 'Made in Vietnam' che vendono tutti capi di abbigliamento prodotti in Vietnam, esportati in Occidente, non venduti in Europa e rispediti in Vietnam per non abbassare i prezzi del mercato occidentale. Se invenduti, questi indumenti vengono direttamente gettati in discarica o in un inceneritore. Così è nata Rifò, con l’obiettivo di proporre un modello etico, sostenibile e alternativo a quelli classici dell’industria della moda” conclude Cipriani.

Un modello di sostenibilità sostenuto da una tecnologia che permette di rigenerare tessuti usati mantenendo alta la qualità del prodotto finale: Rifò Sustainable Wear Project, infatti, è in grado di trasformare scampoli di tessuto in nuovi indumenti che conservano le stesse qualità dei prodotti originali. Grazie a questo metodo Rifò dona una nuova vita alle rimanenze delle lavorazioni, riducendo, rispetto a un capo nuovo, del 90% l’uso di acqua, del 77% quello dell’energia, del 90% i prodotti chimici, del 95% le emissioni di CO2 e del 100% l’uso di coloranti.

Un approccio eco-friendly quello di Rifò che crea i suoi capi sia grazie alle rimanenze delle lavorazioni del cotone, che attraverso il recupero di vecchi indumenti da cui provengono le fibre di lana e cashmere. Tutti i nuovi capi, oltre ad essere “Made in Italy” e realizzati integralmente nel distretto tessile di Prato, sono prodotti con il metodo artigianale a “calata”, una speciale tipologia di produzione che garantisce risultati di pregio e minimo scarto di materiale, poiché permette di cucire i capi senza alcun genere di taglio. La nuova collezione è disponibile dal 22 ottobre online sul sito www.rifo-lab.com, e dall’8 novembre sarà distribuita nei negozi selezionati.

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