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Spartà: "Protezione Civile di oggi è il sogno realizzato di Zamberletti"

02 marzo 2021 | 15.02
LETTURA: 3 minuti

Parla lo scrittore, autore con Lorenzo Alessandrini di 'La luna sulle ali'

Spartà:

"La Protezione Civile di oggi è il sogno di Zamberletti che si è realizzato. Ovvero 300mila volontari, un corpaccione che si leva in una struttura a piramide organizzata, nella quale le forze in campo sono tutte coordinate. Una struttura che non è un ministero, ma un dipartimento appunto. Ho avuto il privilegio di lavorare sui documenti custoditi nell’archivio personale di un uomo che ha cambiato qualcosa in Italia, costruendo la moderna Protezione Civile". Così all'Adnkronos il giornalista e scrittore Gianni Spartà parla del suo libro, scritto insieme a Lorenzo Alessandrini, 'La luna sulle ali', Edizioni Macchione, sulla storia di Giuseppe Zamberletti, padre fondatore della Protezione Civile.

"Era un gollista - spiega Spartà - che sognava la repubblica presidenziale ed è stato profeta. Gli ultimi 6 governi in Italia, li ha infatti decisi il Quirinale. Per lui, un presidente non doveva essere uno che bacia la bandiera e basta. Il titolo 'La luna sulle ali' - dice - prende spunto dalla gioventù di Zamberletti che, viaggiando in aereo, raccontò di rimanere affascinato dal riflesso della luna sulle ali del velivolo e disse 'la mia carriera è iniziata all'insegna della bellezza'. Una biografia autorizzata, nel testamento infatti lasciò scritto che avrebbe voluto, sotto l'egida delle pubbliche istituzioni, che venisse pubblicata la sua storia, utilizzando il suo archivio personale e quello della Protezione Civile. Da lì, il dipartimento e il comune di Varese decisero di affidarlo a me per quanto riguarda la stesura. Un libro che è il racconto del travagliato parto, durato 11 anni, per arrivare al riconoscimento della legge definitiva sulla Protezione Civile".

"Zamberletti racconta nei suoi archivi - dice ancora l'autore - che tutto nacque durante il terremoto dell'Irpinia del 1980, quando Pertini arrivò sul posto senza i soccorritori. Venne insultato e da lì decise di accelerare la legge sulla Protezione Civile".

Nel volume presenti anche racconti e ritratti di un'epoca, rivelazioni e tesi anche sul caso Moro e le stragi. "Il 9 maggio del '78, Moro era atteso in Vaticano per la liberazione - racconta - e Zamberletti aveva avuto l'incarico da Cossiga di trattare con l'ala trattativista delle Br...Poi prevalse la linea giustizialista".

"E poi nel libro esce fuori - spiega il giornalista - che il padre fondatore della Protezione Civile rilanciò, anche in punto di morte, la teoria della bomba a bordo relativa a Ustica. Sosteneva che l'aero fosse stato abbattuto da un ordigno posizionato nel bagno messo dai libici. Un avvertimento. E che la strage di Bologna sia stata una vendetta, sempre dei libici, per aver firmato l'accordo con Malta per il controllo del petrolio. Sul letto di morte Zamberletti disse al capo della polizia Franco Gabrielli che era andato a trovarlo in ospedale: 'tenete accesa questa fiammella, vedrete che avevo ragione io'".

"Diceva sempre che nei terremoti è stato aiutato più dai comunisti, suoi avversari politici, piuttosto che dalla Dc, affrontando il tema del 'fuoco amico, una specialità del mio partito'. E poi da leggere il momento in cui Andreotti lo spedì nel Mar Giallo nel 1979 con tre navi della Marina militare italiana a salvare i boat people vietnamiti in fuga su barcacce dalla 'rieducazione comunista' violenta e mortifera", conclude Gianni Spartà.

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