''Si può morire quando si è mafiosi. Non si può morire solo perché si è figli di un mafioso. Non vogliamo speculare sulla morte di un bimbo innocente, ma dobbiamo interrogarci sulle capacità del Paese di garantire la sicurezza alle future generazioni''. Lo dice il segretario generale del Siulp, Felice Romano, a margine della della Segreteria nazionale convocata per discutere di tagli selvaggi ai presidi. ''La sicurezza è una cosa seria - ammonisce Romano - e non ci si può affidare a 'sforbiciatori' improvvisati''.
''Questo può essere il momento dei cambiamenti e noi siamo sicuramente disponibili a confrontarci sul nostro modello organizzativo, ma solo se è funzionale a migliorare risultati e prestazioni. Per questa ragione - spiega il segretario del Siulp - ai poliziotti non piace per niente il vecchio taglio lineare alle strutture della Polizia che il governo ci propone in questi giorni''. (segue)