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Calcio: agente Ronaldo, se Real lo vende per 400 milioni qualcuno compra

03 febbraio 2015 | 12.35
LETTURA: 3 minuti

Jorge Mendes, potentissimo agente del fuoriclasse del Real Madrid, dà i numeri: "La clausola rescissoria è di 1 miliardo. Se decidono di venderlo per 400 milioni, qualcuno pagherà la cifra". Il procuratore assiste una schiera di big: "E' giusto che guadagnino il massimo"

Cristiano Ronaldo (foto Infophoto)  - INFOPHOTO
Cristiano Ronaldo (foto Infophoto) - INFOPHOTO

"Se il Real Madrid decidesse di vendere Cristiano Ronaldo per 400 milioni di euro, qualcuno pagherebbe". Jorge Mendes, potentissimo procuratore e agente dell'attaccante del Real Madrid, fissa il prezzo per l'improbabile cessione del Pallone d'oro. CR7, che si appresta a compiere 30 anni, è vincolato da un ricchissimo contratto valido fino al 2018.

"Quanto vale? Un miliardo. La sua clausola rescissoria è di un miliardo, quindi questo è il suo valore. E' impossibile trovare qualcuno come lui. Se, per qualsiasi motivo, il club decidesse di venderlo domani per 300 milioni di sterline (circa 400 milioni di euro, ndr), qualcuno pagherebbe", dice Mendes alla BBC.

Ronaldo "è il miglior giocatore del mondo. Non può essere paragonato a nessun altro". L'attaccante lusitano, cresciuto nello Sporting Lisbona, è passato al Manchester United nel 2003 e poi al Real nel 2009. E a Madrid, con ogni probabilità, chiuderà la sua carriera: "Non lascerà il Real Madrid". Ronaldo è solo uno dei big che Mendes gestisce: la sua scuderia comprende anche José Mourinho, Luiz Felipe Scolari, Radamel Falcao, Angel Di Maria, James Rodriguez, David De Gea, Victor Valdes e Diego Costa. Secondo alcune stime, il super-procuratore avrebbe già movimentato affari per 1 miliardo.

"Le persone hanno un'idea sbagliata degli agenti. Fare questo lavoro significa occuparsi di tante cose diverse. Io sono una persona normale che lavora sodo ogni giorno. Ho ambizioni, sono determinato e onesto: faccio le cose nel modo giusto, questa è la cosa più importante", afferma ancora. Il suo impegno, ovviamente, è finalizzato ad ottenere il trattamento migliore per i suoi assistiti.

"Il calcio è lo sport più importante del mondo e i giocatori meritano il massimo", dice. I calciatori per cui lavora, assicura, sono "persone di famiglia. E' come parlare con tuo figlio, con la tua famiglia: cerchi sempre la soluzione migliore per offrire un sostegno". Tono diverso per giudicare le azioni con cui Fifa e Uefa hanno dichiarato guerra alla 'third-party ownership', il coinvolgimento di più soggetti nella proprietà del cartellino dei giocatori. "Fifa e Uefa non sono la polizia. Penso che sia importante stabilire le norme corrette, ma non si deve bloccare" la pratica in vigore soprattutto in America del Sud. "Sono sicuro che i tribunali non accetteranno" il veto.

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