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Ciclismo

Ciclismo: Nibali, chiedo scusa ma espulsione eccessiva e troppo fango su di me

24 agosto 2015 | 10.04
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Vincenzo Nibali (infophoto) - INFOPHOTO
Vincenzo Nibali (infophoto) - INFOPHOTO

"Per quello che é successo chiedo veramente a tutti scusa, per chiunque sia indignato o vergognato per me". A parlare è Vincenzo Nibali a poche ore dalla sua espulsione dalla Vuelta di Spagna per essere stato trainato dall'ammiraglia dell’Astana mentre era in fase di recupero dopo una caduta. "Quello che è successo succede in ogni gara -sottolinea il 30enne siciliano su Facebook- ciò non significa che non è sbagliato e devo restare impunito!!! Io avrei pensato a una multa salata da pagare e a una penalizzazione come si usa fare per restare fuori classifica!!! Avrei accettato anche una penalità di dieci minuti!!".

Il vincitore del Tour de France 2014 risponde poi alle critiche che gli sono piovute addosso: "Per una trainata di 150 metri molti sono pronti a gettare del fango: 'è rientrato perché si è attaccato' ma nessuno sottolinea che è caduto ed è stato attaccato, è andato da solo all'inseguimento contro 18 corridori che spingono a tutta davanti!! No signori nel ciclismo la corsa è corsa nessuno ti aspetta!! Nel ciclismo episodi come questi ce ne sono molti a maggior ragione dopo una caduta!!".

Nibali torna poi sulla caduta e sui motivi che lo hanno spinto a farsi trainare dall'ammiraglia: "Dopo un anno andato male per mille motivi arrivo alla Vuelta con la voglia di riscatto da una stagione infame, mi ritrovo alla prima tappa scusate l'espressione con il culo per terra, ti rialzi aiutato da un compagno sperando di non esserti fatto male, ti guardi le ferite lasciate addosso dall'asfalto rovente e cerchi la tua bici che è andata distrutta, panico e caos nel gruppo, tardo a partire ...tanto... Troppo al punto che quando risalgo sulla mia bici ho un ritardo di 1'20", mi fiondo all'inseguimento senza paura, senza acqua, da solo, piano piano guadagno terreno e trovo i miei compagni che mi aspettano lungo la strada, con la mia testa che pensa che devo andare e devo rimanere davanti in corsa per quelle persone che mi guardano, per quelle che mi amano, per mia moglie, mia figlia e per quelli che si staranno domandando come sto, vado avanti per far vedere che non mi sono fatto niente, fino a quello sbaglio che mi costa caro".

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