Il calcio si riprende il proprio ruolo di divinità dopo due rigeneranti settimane dominate dalle emozioni targate tennis, pallacanestro e ciclismo. Le vittorie di Flavia Pennetta e Fabio Aru hanno avuto un prevedibile effetto sui 60 milioni di ct calcistici. Il paese che sale sul podio della sedentarietà, e prima o poi lo sfonderà, si è popolato di improvvisi tuttologi stregati dalle volée, dal pick and roll e dai rapporti di una bici da crono.
Ovviamente, si tratta per lo più di persone che non hanno mai preso in mano una racchetta o che indossano solo mocassini con la nappa sotto una tuta acetata. Ognuno, contagiato dalla febbre tricolore, ha sentito l'irrefrenabile necessità fisiologica di esprimere e condividere un'opinione, un giudizio, un parere, un aneddoto. Magari anche sull'emozionante trionfo delle azzurre della ginnastica ritmica o sullo storico successo della coppia Menegatti-Orsi Toth nel beach volley femminile.
Per certi versi è sembrato di tornare ai tempi del Moro di Venezia, quando la signora schiacciata sull'autobus alle 8 di mattina si guardava intorno e osservava: "Hanno messo male lo spinnaker, eh?". Tradotto: non ne capisco nulla, ma non per questo rinuncio a parlarne. Prima del sipario sul weekend che ha rischiato di annaffiare il seme di una embrionale cultura sportiva, è spuntato il piedone di Fredy Guarin: l'Inter ha vinto il derby 1-0 e dopo sole 3 giornate di campionato, alla fine del primo fine settimana calcistico di settembre, si può tornare alle consolidate abitudini. Per lo scudetto è una sfida Inter- Roma ? La Juve si è squagliata? Il Milan non c'è più? Era rigore? C'era il fuorigioco per 12 centimetri? Ogni risposta va benissimo, tanto domani torna la Champions League e si ricomincia.