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Cgil in campo con le calciatrici azzurre, riconoscere tutele e diritti

01 febbraio 2016 | 18.12
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Cgil in campo con le calciatrici azzurre, riconoscere tutele e diritti

Cgil in campo con le calciatrici italiane per rivendicare tutele e diritti, al momento di esclusivo appannaggio maschile. Si è 'giocato' oggi, infatti, l'incontro tra il leader della confederazione di Corso Italia, Susanna Camusso e una delegazione della nazionale di calcio femminile per fare il punto sui problemi e le difficoltà di uno sport che in una versione 'rosa' stenta davvero a decollare.

"E' ora di alzare una bandiera", spiega Camusso al termine del lungo incontro in Cgil a Roma. "Bisogna permettere alle donne di esercitare l'attività sportiva con le stesse tutele garantite agli uomini perchè altrimenti è solo l'ennesina discriminazione verso le donne", prosegue. "E' evidente a tutti il divario che c'è tra l'attenzione con cui si segue lo sport maschile e quello con cui si guarda a quello femminile. E la domanda è : come mai in Italia non c'è nessuno sport femminile professionista"", aggiunge.

Ed è lungo l'elenco delle richieste che le calciatrici avanzano da anni e da altrettanti disattese: tutele contributive, contro gli infortuni, per la malattia e la maternità. Solo recentemente invece, e solo dopo la proclamazione di uno sciopero, poi rientrato, il 17 ottobre scorso, hanno ottenuto un verbale di accordo che prevede la possibilità per le giocatrici di stipulare accordi economici pluriennali e un fondo di garanzia che le tuteli in caso di fallimento della società.

"C'è una grande paura che le donne invadano il campo e il volerle tenere fuori credo sia dettato dalla paura del confronto. E in questo lo sport è lo specchio di una realtà più ampia", prosegue Camusso che 'promette' alle atlete una presenza della Cgil al loro fianco: "Continueremo a ragionare per vedere quali sono i ragionamenti da fare per determinare una condizione di tutela ma sopratutto assicuriamo un grande impegno contro la discriminazione", conclude.

Emozionate ma determinate anche le giocatrici. E' il capitano della nazionale Melania Gabbiadini, a dare corpo alla soddisfazione post-incontro: "E' stata una riunione lunga ma ci è servita tanto perchè è importante che se ne parli. E' difficile aver tutto e subito, dobbiamo procedere per piccoli passi e oggi ne abbiamo fatto uno importante", spiega annunciando altri incontri futuri.

Certo, come dicono ad una sola voce Sara Gama, difensore del Brescia e nazionale, e Chiara Marchitelli (portiere del Brescia ed ex Nazionale), "il cammino da fare è ancora lungo" e il gap di tutele e salari con il mondo del calcio maschile quasi incolmabile: "A fronte degli ingaggi miliardari del calcio maschile quello femminile non arriva, ma per poche elette, a 28 mila euro lordi all'anno", sintetizzano. Il clima, però, "può cambiare", concludono prima di regalare al leader Cgil un libro, "Il calcio è donna; storie e volti delle protagoniste azzurre".

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