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Doping, niente Rio per atleti russi: respinto ricorso. Isinbayeva: "Funerale dell'atletica leggera"

21 luglio 2016 | 12.13
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(Afp)
(Afp)

Gli atleti russi dell'atletica leggera non potranno gareggiare ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro dopo la decisione della Corte di arbitrato per lo Sport (Tas) di Losanna. Il tribunale ha infatti respinto l'appello contro l'esclusione di 68 atleti russi, compresa la campionessa dell’asta Yelena Isinbayeva, e dal Comitato Olimpico russo (NOC). L'atleta ha reagito duramente: "Grazie a tutti per il funerale dell'atletica leggera", ha detto all'agenzia di stampa 'Tass', rivolgendo un appello al presidente del Cio affinché tolga il bando.

La federazione di atletica leggera russa è stata sospesa dalla Iaaf lo scorso anno e il divieto è stato confermato il mese scorso; la Iaaf ha stabilito che i singoli atleti sarebbero stati in grado di competere ai Giochi a Rio a determinate condizioni, ma solo alla saltatrice in lungo Darya Klishina è stata data la possibilità di gareggiare.

Gli atleti non ammessi, la Klishina e il NOC russo avevano impugnato la decisione della Iaaf davanti al Tas che ha respinto tutte le richieste. La sentenza potrebbe anche influenzare la decisione che deve prendere il Comitato Olimpico Internazionale (Cio) su una possibile esclusione di tutti gli atleti russi dai Giochi di Rio, prevista per martedì prossimo.

Nella sentenza, "il gruppo di esperti del Tas ha confermato la validità della decisione della Iaaf di applicare regole 22.1(a) e 22.1A del IAAF Competition Rules, in cui si afferma che gli atleti la cui federazione nazionale è sospesa dalla Iaaf non sono ammissibili per le competizioni tenute sotto le regole della Iaaf, in conformità con la Carta olimpica".

Il ministro dello Sport russo, Vitaly Mutko, respinge intanto con forza la decisione del Tas, considerandola ingiustificata e politicizzata, ha detto all'agenzia di stampa russa 'Tass': "Solo con il dolore che posso dire che ora si prenderanno in considerazione ulteriori azioni. A mio parere, questa è stata una decisione soggettiva, una decisione piuttosto politicizzata, su cui non vi era alcuna base legale".

"Questa sentenza è scandalosa, è un'umiliazione per tutto lo sport", ha aggiunto Mutko, membro della Fifa e a capo del comitato organizzatore della Coppa del Mondo di Russia 2018. "Pensiamo a quali azioni intraprenderemo ora. Non lasceremo così le cose". Mentre il portavoce del Cremilino, Dmitri Peskov, ha detto: "Dobbiamo analizzare la sentenza. La responsabilità collettiva non è accettabile dal nostro punto di vista".

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