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Schwazer, 8 anni di squalifica: "Sono distrutto"

11 agosto 2016 | 06.54
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(Xinhua)
(Xinhua)

Addio alle Olimpiadi di Rio e 8 anni di squalifica. E' la mazzata con cui il Tas ha stroncato ogni speranza di Alex Schwazer di correre ai Giochi, scrivendo di fatto anche la parola fine sulla sua carriera. Il marciatore altoatesino, già fermato per Epo alla vigilia di Londra 2012, paga un prezzo altissimo per la seconda positività riscontrata nel controllo fuori competizione effettuato il 1° gennaio a Racines. Un caso, quest'ultimo, ancora avvolto da molti interrogativi e che ha fatto gridare al complotto Sandro Donati, l'allenatore guru dell'antidoping che ha seguito Schwazer durante il suo percorso di riabilitazione sportiva.

Il 31enne atleta bolzanino aveva presentato ricorso al Tas contro la decisione della Iaaf, la federazione internazionale di atletica, di sospenderlo e negargli quindi la possibilità di gareggiare alle Olimpiadi. Schwazer, accompagnato dai suoi legali e da Donati, era volato a Rio per la discussione del ricorso davanti al panel del Tas presieduto da Michael Geistingler. Dopo l'udienza fiume di lunedì scorso, durata circa 8 ore e alla quale ha assistito anche il capo dell'antidoping della Iaaf Thomas Capdeville, Schwazer ha continuato ad allenarsi sul lungomare di Copacabana restando fiducioso di vedere riconosciute le sue ragioni e poter tornare a gareggiare, già in tempo per la 20 km di venerdì.

Dopo quasi due giorni di camera di consiglio, il Tas ha invece accolto in pieno la richiesta di stop avanzata dalla Iaaf. "Abbiamo visto Schwazer sereno, motivato e determinato come prima di una gara. E di solito le gare le vince, speriamo vinca anche questa", avevano detto i suoi legali dopo l'udienza. Stavolta, invece, il marciatore incassa una sconfitta pesante come un macigno.

"Sono distrutto" le uniche parole che, secondo quanto riferito dal suo staff, ha pronunciato dopo che il tecnico Donati gli ha comunicato la squalifica.

Donati ha parlato nella conferenza stampa indetta a Rio. "Con gli avvocati avevamo compreso che la Iaaf aveva fatto in modo di metterci in difficoltà crescente fino a farci trovare con l'acqua alla gola. Ci siamo però resi conto che Alex Schwazer ci teneva ad inseguire il suo sogno olimpico fino all'ultimo e dopo aver cercato di convincerlo gli abbiamo dato questa ultima possibilità. Ma abbiamo affrontato questo ultimo passaggio ben sapendo di cosa ci aspettava" sono state le parole del coach. "E' chiaro che la Iaaf ha fatto il bello e cattivo tempo in questo procedimento fino ad arrivare a questo incredibile viaggio transoceanico che mi sa tanto di beffa studiata per umiliare Alex" ha detto Donati.

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