Mauro Icardi sarà multato, ma non perderà la fascia di capitano dell'Inter. E' questa la decisione presa dal club nerazzurro dopo l'incontro fra i dirigenti e il giocatore avvenuto questa mattina. L'Inter ha spiegato in un comunicato che "per il capitano nerazzurro sarà applicata la sanzione prevista per aver violato il regolamento interno del club, sottoscritto da ogni giocatore".
L'attaccante intanto si scusa per il caso innescato dalle frasi contro gli ultras scritte nella sua biografia e si impegna "perché queste pagine non ci siano più, in modo che nessuno possa sentirsi offeso, tradito e minacciato". Il centravanti affida il suo pensiero a una dichiarazione al sito ufficiale del club nerazzurro.
"In questi due giorni ho vissuto una parentesi triste della mia storia nerazzurra. Ma in una famiglia -e mi hanno sempre insegnato che l'Inter prima di tutto è una grande famiglia- i momenti difficili o le incomprensioni possono capitare. Tutto nasce da una pagina del mio libero, che probabilmente è stata buttata giù troppo d'istinto. Una pagina dove alcuni toni sono inappropriati e sono davvero dispiaciuto che ci siano andati di mezzo proprio i tifosi dell'Inter", scrive il giocatore argentino, che sarà multato dal club ma non perderà la fascia di capitano.
CURVA - Resta da vedere quale sarà la reazione della Curva Nord dopo la durissima presa di posizione delle ultime 48 ore. Le affermazioni dell'attaccante hanno scatenato l'ira dei tifosi che hanno esposto prima allo stadio e poi fin sotto casa del giocatore, striscioni di rabbia. Icardi ha cercato di salvarsi dedicando loro un "Vi amo" via Instagram, ma sembra non sia bastato.
Il giocatore nella sua autobiografia racconta di aver regalato a fine partita maglietta e pantaloncini a un bambino, doni che furono strappati di mano al piccolo da un ultrà che restituì la divisa al giocatore accusato di scarso rendimento. Nel libro si leggono i retroscena dell'accaduto in cui Icardi afferma: "Sono pronto ad affrontarli uno a uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio, e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo”.
La risposta da parte dei tifosi non si è fatta attendere. Questi infatti hanno smentito i fatti riportati dal calciatore, sostenendo che nulla di ciò che era stato scritto fosse realmente accaduto, dando ad Icardi del mercenario per vendere più copie, come testimonia questo striscione esposto ieri durante il match con il Cagliari.
La #CurvaNord non perdona ed espone questo striscione a San Siro contro #Icardi...#InterCagliari pic.twitter.com/h3M5w2BGMT
— Eurosport IT (@Eurosport_IT) 16 ottobre 2016
PACE? NO - Il giocatore ha successivamente risposto prima della partita in casa con questa nota ufficiale sul suo profilo Instagram, cercando di abbassare i toni.
Nonostante il tentativo di chiarimento, il ritorno a casa del giocatore dopo la partita persa e un rigore sbagliato, è stato tutt'altro che tranquillo. Ad attenderlo sotto casa infatti alcuni tifosi e uno striscione che richiama il corpo a corpo citato nell'autobiografia: “Noi ci siamo, quando arrivano i tuoi amici argentini ci avvisi o lo fai da infame?".
Anche la società nerazzurra si è espressa ufficialmente in merito alla vicenda con il ds Piero Ausilio, sostenendo fermamente che il capitano sarà punito e che la società prenderà provvedimenti, probabilmente togliendo la fascia da capitano all'attaccante argentino.