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Malagò: "Ultimo anno di Totti? Non sono così sicuro"

18 ottobre 2016 | 11.33
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Giovanni Malagò (Afp) - AFP
Giovanni Malagò (Afp) - AFP

"Io non sono così sicuro che questo sia il suo ultimo anno". Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, si esprime così sul possibile addio al calcio del capitano della Roma, Francesco Totti, al termine di questa stagione.

"Vedremo -aggiunge il numero uno dello sport italiano e tifoso giallorosso ai microfoni di Radio 24-. Ho anche letto in un'intervista recente che sta iniziando a pensare a fare l'allenatore e questa è stata una novità anche per me. Comunque ad un certo momento ci si dovrà abituare all'idea di una Roma senza Totti, fermo restando che sarà una Roma diversa senza di lui".

OLIMPIADI - Inevitabile tornare a parlare delle Olimpiadi e della tramontata candidatura di Roma 2024. "La rinuncia di Roma pregiudica future candidature italiane alle Olimpiadi, perché ormai il Cio è diventato diffidente nei confronti della politica italiana e soprattutto di chi ha cambiato idea", dice Malagò. Ieri il presidente del Cio Thomas Bach in una lettera inviata a Malagò ha rassicurato sul fatto che i "rapporti eccellenti tra il Coni e il Cio non saranno intaccati da questa decisione".

Su un'eventuale candidatura di Milano, rilanciata dal premier Matteo Renzi, il presidente del Coni resta dubbioso: "Bisogna prima capire cosa accadrà per il 2024 -sottolinea ai microfoni di Radio 24-, perché se dovesse vincere Los Angeles è un conto, se dovesse spuntarla una delle due europee Parigi o Budapest è un altro. Ad oggi però la cosa principale è quella di recuperare credibilità a livello internazionale".

STADIO ROMA - "Viste le motivazioni date per la bocciatura delle Olimpiadi: No al cemento, no al mattone, no alle speculazioni, quando noi in realtà non costruivamo nulla, credo che onestamente sullo stadio della Roma qualche contraddizione ci potrà essere", prosegue Malagò riferendosi all'impianto che la proprietà del club giallorosso punta a costruire nella zona di Tor di Valle.

"Io sono favorevole alla realizzazione di qualsiasi infrastruttura sportiva e penso che ogni società di calcio debba avere un suo stadio -ha aggiunto il numero uno dello sport italiano-. Detto questo di discorsi commerciali, di edilizia o di cubature non entro nel merito e non me ne voglio occupare".

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