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Calcio: Nicchi, campionato un po' triste e idea Ventura comporta rischi

14 novembre 2016 | 18.17
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Il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi - Fotogramma
Il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi - Fotogramma

"Iniziare il prossimo campionato a metà agosto? Questa idea comporta dei rischi, perché il fisico, la mente, la psicologia, avrebbe bisogno di 20 giorni di ferie e di mare. Ormai ci dobbiamo rassegnare. Noi abbiamo iniziato i raduni a Sportilia verso la fine di luglio e li abbiamo finiti a fine settembre, ma ormai gli arbitri, come i calciatori, sono atleti e professionisti e se si può partite si parte, ma non si può pretendere che un giocatore, come un arbitro, a Ferragosto sia in perfetta forma e potrebbe portare un problema a livello di infortuni". Lo ha detto il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi, a 'La Politica nel Pallone su Gr Parlamento, a proposito della richiesta arrivata da parte del ct della Nazionale, Gian Piero Ventura, di anticipare la partenza del campionato al 13 agosto per arrivare al meglio alla sfida con la Spagna, probabilmente decisiva per il primato nel girone di qualificazione ai Mondiali di Russia 2018. "Ha ragione Ventura, ma prepariamoci prima con più calma, bisogna partire con gradualità, altrimenti si arriva stanchi con la testa agli appuntamenti importanti", ha sottolineato Nicchi.

Il presidente dell'Aia ha poi fatto un bilancio del campionato fino a questo momento. "Le lamentele ci saranno sempre, ma sono molto limitate. Quest'anno il mondo arbitrale è molto tranquillo, ha rinnovato i suoi ruoli dirigenziali, stanno tutti bene, in tutte le categorie. Fino ad oggi però è un campionato un po' triste, non c'è stato grande entusiasmo. Ora il campionato credo stia iniziando ad entrare nel vivo e divertire e appassionare di più". Il numero uno degli arbitri italiani ha poi anche parlato di quanto avvenuto in Grecia. "Questo serva per non dimenticare. In Italia quelle cose non potranno mai accadere perché in Italia gli arbitri sono autonomi, che significa terzietà e garanzia per tutti. I tecnici li sappiamo scegliere all'interno del nostro mondo tecnico".

Nicchi è stato da poco rieletto alla guida dell'Aia ma non ci sono promesse particolari per i prossimi 4 anni. "Niente di eclatante. Le cose più importanti sono state fatte, recepite e consolidate, vogliamo andare avanti con progresso, immagine e brand". Poi il numero uno dell'Aia sulla maggiore richiesta di collaborazione, ha aggiunto: "qualcuno approfitta dell'insufficienza della squadra di una domenica per parlare di scarsa collaborazione. Gli arbitri per essere più collaborativi cosa devono fare...? Ci mancherebbe solo che gli portino la spesa a casa. Non ci sono più segreti, gli spieghiamo il regolamento. Quando senti dire noi meritiamo rispetto, io rispondo che lo stesso rispetto lo meritiamo anche noi".

Nicchi sulla possibilità che un arbitro parli a fine gara. ha aggiunto: "non lo so vediamo quello che succede, come diceva Obama ogni giorno nasce il sole". Infine sulla quantità di arbitri di livello ha concluso: "c'è un problema di sovrabbondanza, oggi ce ne sono fin troppi, c'è l'imbarazzo della scelta. Rizzoli? Uno che non guarda le partite può dire che non è più quello di un tempo. E' sereno, ha avuto tutto dalla vita e dall'arbitraggio e lavora in tutta tranquillità, ma sa che non è più solo, ce ne sono tanti che sono vicini a lui".

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